
Mai farla arrabbiare, chissà i suoi professori.
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Mai farla arrabbiare, chissà i suoi professori.
«A scuola mi sono trascinato a fatica fino al secondo anno di ragioneria. Chi non studiava doveva andare a lavorare, ma la mia fortuna fu che mamma e papà mi lasciarono concentrare solo sul calcio. Ho fatto appena un giorno di vendemmia, gli amici ci scherzano ancora. "Salvatore, hai faticato solo un giorno nella tua vita"».
Però ha scritto due libri.
«E a gennaio ne uscirà un terzo, "Va alla guerra col sorriso". Il primo («Guerriero») nasce dall'idea di uno psichiatra che incontro sul treno Bologna-Napoli. Non volevo raccontarmi, ma ha insistito per cinque anni. Alla fine ha vinto lui».
Cosa fa oggi?
«Consulente-mediatore, da 30 anni vendo giocatori in tutto il mondo. Di calcio non capisco niente, ma di calciatori sì. Gestisco un'agenzia con mio figlio Gianluca, io mi occupo più della parte tecnica, lui di quella burocratica. Viaggiamo tanto, se c'è da andare a Sydney facciamo le valigie e la mattina dopo partiamo».
Ma a 68 anni non è stanco?
«Conosco tanta gente, sono sempre in movimento. Sto meglio ora di quando ne avevo 20. Anzi, lì mi stancavo prima».
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