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Bagni: “Dopo la morte di mio figlio mi feci sterilizzare. Rubarono la bara e io…”

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Salvatore Bagni, uno scudetto e quasi 300 partite in serie A: il primo ricordo della sua infanzia?

«Eravamo una famiglia povera, dormivamo in cinque in una stanza e avevamo un solo bagno. Mangiavo una volta al giorno, la sera bevevo una tazza di latte. Ma ero felicissimo: uscivo e giocavo a calcio per tre o quattro ore con gli amici. Mi dimenticavo di tutto».

Suo papà Luciano dicevano fosse più forte di lei.

«Era un'ala, magro e tecnico. Arrivò fino alla serie C, a Gela giocava con Sandro Ciotti che me lo ripeteva sempre. “Era meglio di te”. Io sorridevo. “Ah sì? E quante partite ha fatto in serie A?”. Ha lavorato in una fabbrica di mangimi vicino alla nostra Correggio. Per arrotondare il sabato e la domenica faceva il muratore con gli amici. Quando è nata mia sorella ci hanno dato una casa popolare di 130 metri quadri. Mi sembrava immensa».

Perché non ha sfondato nel calcio?

«Gli mancava il carattere. Quello l’ho preso da mia madre, comandava lei in casa».

L'ha preso tutto: dal 1977 al 1987 ha saltato 28 partite per squalifica.

«Ma non ho mai fatto male a nessuno. E penso di essere l’unico giocatore della storia del calcio a non aver mai saltato una domenica per infortunio».

Eppure aveva una gamba più corta dell’altra di 3 centimetri.

«A 16 anni giocavo con i miei amici nel Kennedy, la squadra del paese. Torneo notturno, stavo per crossare e l’avversario mi frana addosso. Frattura del malleolo, dovevo tenere il gesso per 40 giorni. Ma dopo poco ero a giocare in piazza con una gamba sola. Il gesso si aprì, da qui lo squilibrio».

Quanto ha guadagnato?

«Tantissimo, già nel Perugia dei miracoli più di alcuni giocatori di Inter e Juve. Ho mantenuto i miei genitori fino alla loro morte. Quella di mia mamma mi ha salvato la vita».

Cioè?

«Venne a mancare il 16 dicembre del 2004. Io e mia moglie stavamo per andare in Sri Lanka, avevamo già prenotato tutto. Ma decidemmo di ritardare il viaggio e di virare sulle Maldive. Dieci giorni dopo ci fu uno dei più violenti tsunami di sempre che devastò il Paese. I morti furono oltre 200mila».

Colpì anche le Maldive però.

«Ma molto meno. Eravamo in spiaggia, per fortuna non nei bungalow. Ricordo l'enorme massa d’acqua e un rumore che non si può dimenticare. Mia figlia rimase paralizzata dalla paura, per salvarla la presi di peso e l’attaccai a un albero».