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Mkhitaryan: “Ho due lauree e parlo 5 lingue. Niente parolacce e non uso il telefonino”

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In Armenia per tutti lei è «Heno»: ci spiega cosa rappresenta lei per il suo Paese?

«Sto provando a diventare un’icona per la gente: conoscendo me, conoscono un po’ la storia dell’Armenia. Prima la confondevano con Albania o Romania, adesso sanno dov’è. Siamo il primo popolo che ha riconosciuto la religione cristiana e ogni credente deve saperlo. Siamo simili agli italiani come modo di vivere, per questo mi piace così tanto l’Italia».

È tornato a Venezia, all’Isola degli Armeni dove si è sposato?

«Sì, due anni fa dopo Venezia-Roma. Il monastero si chiama come me».

Con Al Bano, che ha cantato al suo matrimonio, ha fatto solo il duetto di «Volare»?

«Anche quello di Felicità, ma quel video l’ho tenuto per me...».

Dell’infanzia con suo padre in Francia ha dei ricordi o era troppo piccolo?

«Mi ricordo che andavamo allo stadio, per le partite e per gli allenamenti».

Hamlet è morto quando lei aveva sette anni: quanto dura è stata per lei?

«Crescere senza padre è stato molto difficile e lo è anche oggi: sento la sua mancanza, vorrei averlo accanto per chiedergli tante cose che possono aiutarmi nella vita. Per fortuna mia madre mi ha fatto anche da papà e le sono molto grato per come mi ha cresciuto».