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Clarissa e Cristina D’Avena: “Litighiamo ma siamo inseparabili. E da piccole…”

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Quindi, bolognesi ma milanesi.

CRISTINA: «Da tanti anni. Tra i concerti, l’appuntamento fisso su Radio 101 il mercoledì, e tutto il resto passo almeno 4 giorni a settimana qui. Lo stesso Clarissa. Viviamo anche vicine...».

Dove?

CLARISSA: «In centro, tra di noi ci sta il Duomo. Il pranzo si fa quasi sempre insieme: tra una cosa e l’altra discutiamo di lavoro».

Chi è arrivata a Milano per prima?

CLARISSA: «Lei, perché in Mediaset girava i telefilm. Io appena ero in vacanza da scuola — avevo 12,13 anni — mi facevo portare a trovarla. Non vedevo l’ora: Cristina era la sorella che ammiravo ma anche la voce delle sigle dei cartoni o la protagonista di Arriva Cristina e Love Me Licia che vedevo in tv. Puntavo Milano appena possibile, a volte portavo pure un’amichetta. Ci accampavamo da lei: mostrava già la sua proverbiale pazienza».

Cristina, viveva sola?

CRISTINA: «Abitavo a Milano 2, con me c’era una guardia del corpo: Giuseppe. L’aveva assunto papà per stare tutti più tranquilli. Giuseppe non dormiva mai! Evadere non era facile...».

Con una sorella minore al seguito, poi. A 23 anni passavo le giornate sul set. Si erano tutti abituati al fatto che negli studi si aggirasse Clarissa».

CLARISSA: «Ho visto cose divertentissime dietro le quinte».

Tipo?

CLARISSA: «Per Mirko dei Beehive (impersonato da Pasquale Fincelli, ndr) avevamo tutte un po’ una cotta. Assistevo alla creazione del ciuffo rosso».

CRISTINA: «Gran momento. Pasquale ripeteva che non avrebbe mai, mai messo una parrucca quindi si era tinto la testa di biondo, come il personaggio del cartoon. Il ciuffo rosso però era da ricreare con lo spray: lo detestava. Pure io col parruccone da Licia avevo il mio perché: ventisette mollette sotto la cofana a schiacciare i capelli ricci».