"Questo non è stato il modo giusto di tornare, non ci sentiamo in condizione di rimanere qui", ha detto la prima a cronisti, all'uscita dell'hotel. "Per come sono andate le cose, mentalmente una non si sente di essere qui presente", ha aggiunto Guijarro. Alla base della pace c'è un'accordo siglato dalla Federcalcio e dal Consiglio Superiore dello Sport con l'impegno concreto ad affrontare seriamente temi come le "politiche di genere, la promozione della parità salariale o qualità delle infrastrutture".
Le giocatrici hanno chiesto cambi profondi e immediati nella struttura federale, richiesta che la Federazione ha accolto pienamente anche se, al momento, non è stata presa alcuna decisione concreta. Un primo segno di discontinuità da parte della Federcalcio è arrivato a mezzogiorno con una decisione solo nominalistica, ma dal forte significato simbolico: ambedue le Nazionali spagnole, quella femminile come quella maschile, si chiameranno 'Selección Española de Fútbol'. Viene abolita, pertanto, la denominazione specifica di "Nazionale di calcio femminile". "Vogliamo che, al di là di un passo simbolico - ha spiegato il presidente ad interim Pedro Rocha - ciò implichi un cambiamento di concezione e il riconoscimento che il calcio è calcio, indipendentemente da chi lo pratica".
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