Dani Alves, la Procura chiede che il processo si svolga a porte chiuse: “Cercano di…”

Mancano pochi giorni all'inizio del processo per presunta aggressione sessuale da parte di Dani Alves ai danni di una giovane donna, in una discoteca di Barcellona. La richiesta dell'accusa è di nove anni di carcere e un risarcimento di 150.000 euro per la vittima. Il processo si terrà a Barcellona ed è già destinato a diventare uno tra i più mediatici di sempre.

Ma a pochi giorni dal processo (che si terrà dal 5 al 7 febbraio) presso il Tribunale provinciale di Barcellona, è stata resa nota la richiesta da parte della Procura di far sì che il processo si svolga a porte chiuse. La richiesta è che siano presenti in aula solo il giudice, il procuratore, i legali e gli avvocati, sia dell'accusa che del calciatore brasiliano. Se questa richiesta dovesse essere accettata, nessun media potrà assistere al processo. La Procura di Barcellona sta cercando di proteggere sia l'immagine che la voce della denunciante, così come tutto ciò che la riguarda, compresi i dati che potrebbero identificarla pubblicamente. La difesa di Dani Alves, guidata da Inés Guardiola, non ha mostrato alcuna opposizione a queste richieste e ora spetterà al tribunale rispondere nei prossimi giorni. Al processo sono previste le testimonianze di una ventina di persone, tra le quali l'imputato e la presunta vittima, oltre agli esperti che illustreranno i referti medici della denunciante, mostrando i danni fisici e psicologici subiti. Tra i testimoni ci sarà anche la moglie di Alves, Joana Sanz.

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