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Domenico Cuomo: “Ecco dove ci porterà il cinema. Sul set mi emoziono sempre e…”

Domenico Cuomo: “Ecco dove ci porterà il cinema. Sul set mi emoziono sempre e…” - immagine 1
"Nel tempo ho capito che non dobbiamo dimostrare niente a nessuno", spiega Domenico Cuomo in un'ampia intervista a Elle
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Domenico Cuomo, attore famoso per il ruolo di Gianni Russo, detto Cardiotrap, in Mare Fuori, ha rilasciato una lunga intervista a Elle.

Dove pensi che ci porterà il cinema?

"Credo che voglia portarci alla verità, alla consapevolezza, però è proprio questo il punto: secondo me la verità non esiste o meglio, credo sia assolutamente relativa. Quindi ognuno attraverso il cinema può raggiungere la propria consapevolezza e la propria idea di verità".

Domenico Cuomo: “Ecco dove ci porterà il cinema. Sul set mi emoziono sempre e…”- immagine 2

Hai lavorato in serialità e film. Quanto è diverso l'approccio di chi recita e di chi guarda?

"Lavorare al cinema e per una serialità è qualcosa di diverso perché c'è di mezzo il tempo che ti dà la possibilità di studiare di più e di raccontare molte più cose magari rispetto al momento in cui un film inizia e finisce, magari poi c'è il sequel, c'è uno spin-off, quindi poi si raccontano altre parti. La serialità comunque ti dà uno spazio maggiore per raccontare ed esplorare determinate situazioni. Ci sono progetti in cui ti lasciano improvvisare ampiamente, fare più proposte, e magari nel frattempo puoi viaggiare, e ci sono invece progetti in cui bisogna giustamente stare sullo script e rispettare un po' più il sentiero che esiste già. Per me questa è l'unica differenza perché poi l'approccio allo studio è uguale, il mio è sempre identico quindi la differenza credo che

sia maggiormente, purtroppo, negli occhi di chi guarda".

La prima volta che ti sei emozionato su un set?

"Sempre. Purtroppo o per fortuna ho la lacrima facile quindi mi emoziono spesso e forse la mia sofferenza nasce proprio nel momento in cui non riesco a farlo ulteriormente...si, vorrei farlo ancora di più. Il primo set che ho visto nella mia vita è stato con Gomorra (la serie, nel 2017, ndr). E lì, nonostante raccontassimo temi non tanto gradevoli, mi sono emozionato. Andavo sul set con mio nonno che mi accompagnava perché ero minorenne, e quando non c'era lui veniva papà. Per me era una gioia molto più grande dello stare sul set: per la prima volta riuscivo a far vedere ai miei, che continuavano a pagare per farmi recitare, qualcosa di concreto che non fosse una scuola di danza di un piccolo paesino".

Volevi dimostrare loro qualcosa?

"Nel tempo ho capito che non dobbiamo dimostrare niente a nessuno: anche queste gioie possono essere pericolose perché che tu sia in teatro in una piccola realtà o in una gigante credo che il dovere di un artista sia rispettare la sacralità di ciò che fa. Oggi noi siamo qui ed è tutto bellissimo e ci stanno dando la possibilità di esprimerci, ma ho parlato tante volte senza essere ascoltato e anche con molte persone che giudicavano la mia piccola realtà, mi dicevano "tu non ci riuscirai". Ora sono qui, dall'altra parte, e per me è tutto stupendo, però alla fine cerco sempre di portare con me quel bambino di quella piccola realtà, raccontandogli che "adesso è una situazione in cui siamo molto più privilegiati" ma dov'è che io posso liberarmi e parlare e quindi produrre cose che

sono reali e concrete? Solo nel momento in cui mi libero, mi tolgo tutto di dosso e divento di nuovo quel bambino.

Ti sei mai sentito nudo davanti a tutti?

"Sì, e vorrei sentirmi sempre nudo davanti a tutti perché è solo così che hai quel distacco da ciò che è il "male", tra tantissime virgolette, perché non c'è nessuna corsa da vincere. Se tu venissi a casa mia e mi trovassi senza questi abiti bellissimi capiresti comunque chi sono: a soffiare via le nuvole, le ansie. Vivere il presente ti permette di dare il massimo, con un'energia che ti protegge, ti permette di essere sincero e puro, toglie le sovrastrutture, l'ego: sei così come sei. Per me è tutto un gioco, forse i grandi si affezionano troppo a questo gioco e lo fanno diventare qualcosa di perverso, di chi è più forte dell'altro. Invece se uno si sente nudo e non vuole dimostrare niente a nessuno, diventa veramente tutto figo, apprezzi le cose finalmente. Ho conosciuto persone che avevano sicuramente meno problemi di una famiglia di Gragnano che non riesce a comprarsi le cose da mangiare, però se vai a osservare bene è meglio essere felice in una capanna che piangere in un castello".

Domenico Cuomo: “Ecco dove ci porterà il cinema. Sul set mi emoziono sempre e…” - immagine 1

Da dove arriva questa pulizia mentale, questa saggezza?

"Sicuramente dall'educazione che mi hanno dato i miei genitori, e per genitori intendo soprattutto i nonni perché nella mia adolescenza ho vissuto tantissimo con loro: e quella è stata una generazione che ha visto la distruzione di tutti gli ideali finti di potere, quindi i soldi e il possesso. Mi hanno insegnato ad apprezzare ciò che è importante: la sussistenza, cioè pianti, la pianta cresce, ti dà il frutto e lo mangi. Quando nel corso di un anno c'è il tempo dei pomodori, poi ce la stagione per un altro frutto e così via. Ci sono temi che vengono reputati stupidaggini e, al contrario, reputate importanti e serie stupidaggini.

Sul set di un film del passato, quale?

"Anche quella è una bugia: credo che il caso non esista quindi se sono nato adesso significa che devo agire ora. Il passato e il futuro possono essere pericolosi perché sono dei tempi illusori, uno non esiste più e l'altro non esiste ancora, quindi concentrarsi solo sul presente può essere una grande àncora. Quando mi guardo indietro, o penso a cose utopistiche che di sicuro non posso fare fino a che non inventano una macchina del tempo, credo sia bene lasciare il passato dov'è. Con rispetto voglio lasciare questa domanda a chi veramente c'è stato. Chi vorrei essere veramente ancora deve nascere, quindi può darsi che nasca in me domani, capito?

Hai un Bambi appuntato al rever della giacca. Lo cavalcheresti per fuggire da qualche parte?

"Ti avrei risposto di sì, e ti avrei risposto sicuramente per metterlo al sicuro, per regalargli un posto migliore, per liberarlo. Per me liberarsi e liberare è la mia unica missione qui, in questo tempo che mi hanno regalato con delle gambine funzionanti e tutto il resto. Però oggi ti rispondo che no, vorrei impegnarmi a costruirgli una bella casetta e non farlo neanche spostare tanto per permettergli di vivere al meglio, vicino a dove l'ho trovato. Perché poi uno fa sempre queste grandi fughe, viaggi immensi per cercare chissà dove la pace, la libertà, ma è molto più complesso perché è tutto dentro. Cioè, lì ci sono veramente tutti i posti in cui non bisogna andare e tutti quelli in cui dovremmo andare. Sia di pace, sia di guerra, sia di dolore. E tutto dentro di noi. lo posso veramente andare sull'Everest e lamentarmi, oppure andare in cucina e dire "va bene cosi". Quindi siamo noi i creatori".