Il suo testo sanremese racconta della malattia della sua mamma, l'Alzheimer. Il cantante ha parlato del suo brano al Corriere della Sera e ha mandato il suo messaggio all'ex conduttore del Festival
'Quando sarai piccola' è una canzone autobiografica. Racconta di una malattia, l'Alzheimer, che si impossessa del corpo di una mamma, la sua, e di un figlio che diventa genitore. È la storia della canzone e di vita di Simone Cristicchi. Il cantautore, che aveva vinto il suo primo Sanremo con 'Ti regalerò una rosa' è tornato a stupire con il testo che ha fatto commuovere tantissime persone. In platea, alla fine dell'esibizione della seconda serata, c'era chi si asciugava le lacrime. E pure lui era commosso, emozionato per essere stato capito: «Mamma non si esprime bene con le parole... Urlava e in quei suoni meravigliosi, anche se non ho potuto comprendere il senso delle parole, ho sentito gioia», ha raccontato nell'intervista al Corriere della Sera il cantante.
«Quando ho visto la standing ovation non ci potevo credere... non immaginavo arrivasse anche ai giovani. Pensavo che questa canzone fosse adatta a una sensibilità più adulta, dai 25 anni in su. Sono un oggetto non identificato per lo streaming, dove sono quello con meno ascoltatori mensili, e anche per le radio. Eppure ricevo consensi traversali. Credo però che la poesia non si debba basare sui numeri, ma su altri parametri», ha spiegato.
Cristicchi vs Amadeus
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E ha anche raccontato che il brano è stato scritto cinque anni fa e racconta la sua vita. «Nella prima stesura non c’era il passaggio sulla rabbia che c’è nello special perché nella mia esperienza personale quel momento è arrivata dopo e ho voluto dare risalto anche alla mia parte ferita. Volevo raccontare un'esperienza personale. L'avevo proposta anche ad Amadeus. Ma lui rifiutò la canzone. Lo ringrazio, nei suoi Festival mi sarei sentito a disagio. Se sono arrabbiato con lui? No. Sono fatalista, credo che siano le canzoni a decidere quando sono pronte per gli altri. Anzi ringrazio Amadeus, mi sarei sentito a disagio e fuori luogo. I plausi dal mondo del volontariato? Può diventare un inferno, è difficilissimo affrontare il problema. È un dramma che viviamo in tanti e accanto alla tenerezza ci sono frustrazione e impotenza».
(Fonte: Il Corriere della Sera)