Claudio Lippi non nasconde la sua predisposizione ad agitarsi in televisione: "Domenico Modugno era il mio idolo. Al primo ciak, per l’emozione, ci misi 40 minuti per emettere un suono. Lo stesso mi accadde alla prima puntata de Il pranzo è servito, programma che mi aveva lasciato Corrado. Restai muto, come un ebete, non mi si apriva la bocca. È l’effetto che mi fa il pubblico, ancora oggi. Per dieci anni di Buona Domenica su Canale 5 prendevo lo Xanax. Avevo attacchi di panico, mi girava la testa e mi aggrappavo al braccio di Laurenti o di Paola Barale. Poi, appena sciolta la lingua a moquette, andavo bene".
A «Mai dire Gol» fu preso per caso.
«Ero nell’ufficio di Lele Mora. Mi chiese di accompagnarlo da Simona Ventura. “Così ti presento quelli della Gialappa’s”. Ero pazzo di loro. In studio c’era il caos. Teo Teocoli se n’era andato sbattendo la porta, a pochi minuti dalla registrazione. Marco Santin mi disse: “La puntata la fai tu”. “Io? Ma sono qui col gessato”. “Non importa, buttati”. “Non so niente, sembrerò un deficiente”. “Benissimo”. Per l’ansia ho rischiato l’infarto, che poi mi è venuto anni dopo».
Raccontò che la «Domenica In» fatta con Bonolis fu «orrenda».
«Lo fu. Paolo è un Gemelli, tende a prevaricare, l’ultima parola è sempre la sua. Con Magalli dovevamo presentare un gioco. Forse una volta saremmo riusciti a dire una frase intera, prima che intervenisse lui. Eppure mi diceva: “Sei il mio maestro”. Non andai all’ultima puntata, mi diedi malato. Bonolis se la legò al dito. Ci siamo incontrati la settimana scorsa, in treno. È stato cordiale. Nessun rancore».
Mollò pure la «Buona Domenica» con Paola Perego, dopo sole cinque puntate.
«Eh, quando c’è di mezzo Lucio Presta... Non condividevo i contenuti del programma, volgarissimi. Anche Paola era imbarazzata durante il ring tra Sgarbi e Alessandra Mussolini».