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Il tema è «rispettare il confine tra uso legittimo e illegittimo della forza: decisioni che avvengono in 20 secondi e in condizioni di stress altissimo. La manutenzione psicologica ed emotiva di queste persone dovrebbe essere di altissima qualità. Non sempre ci si riesce, ma penso che proprio perché lo Stato ha il monopolio della forza deve essere rigoroso nel perseguire là dove le regole non sono rispettate. È così che si mantiene la fiducia. L'omertà usata per proteggersi reciprocamente è invece la peggior condanna». «Leggendo il copione, quello che mi ha colpito è stata la possibilità di costruire due mondi: uno pubblico e uno privato, con e senza divisa», racconta il regista Alhaique, che sul set ha lavorato partendo dalla colonna sonora dei Mokadelic.
«Ogni conflitto è sempre una guerra tra poveri. Da ragazzo non ho mai fatto in tempo a partecipare a nessuna lotta, ero troppo piccolo o troppo grande. Guardavo quelli che si lanciavano le bottiglie. Una volta a viale Somalia, quelli che vidi li ho ritrovati poi in tv, morti o intervistati. Ma i morti per la politica in Italia, mi sembra tutto inutile. Per cambiare cosa? Oggi? Sui social parlano personaggi che invece di influenzare forse dovrebbero andare a scuola, come diceva mio padre. Nei commenti leggo cose terribili. Ma è lo specchio della società», le parole di Giallini.
(Fonte: ANSA)
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