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Maglie replicate di Cristiano Ronaldo: fratello CR7 a processo per truffa

Maglie replicate di Cristiano Ronaldo: fratello CR7 a processo per truffa - immagine 1
Il fratello di Cristiano Ronaldo a processo per maglie 'replicate': ecco cos'è successo ai tempi della Juventus
Alessandro

Il fratello di Cristiano Ronaldo a processo per maglie 'replicate'. La grafica era identica a quella delle magliette della Juventus, le scritte riportavano il nome del fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo. Poi, però, c’era il logo «Cr7Museu». Ed era questo l’unico segno estetico che le differenziava dalle originali. Troppo poco per non essere considerate una copia realizzata violando le regole della concorrenza.

Ecco quanto evidenziato dal Corriere della Sera sulla vicenda: "La Procura lo accusa di truffa ai danni di una società torinese, La Pegaso, che avrebbe stipulato un contratto con lui per realizzare le divise considerate fasulle e finite al centro di una causa civile.

Maglie replicate di Cristiano Ronaldo: fratello CR7 a processo per truffa- immagine 2

Ronaldo era alla Juve

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La vicenda risale agli anni in cui Cr7 vestiva la maglia della Juventus. Stando alla ricostruzione della Procura, Hugo Dinarte Santos Aveiro — in qualità di «legale rappresentante della società Mussara Gestao de Espacos e Eventos LDA», titolare del marchio CR7Museum — sottoscrive un contratto con la società Pegaso. La firma sugli accordi è del 25 luglio 2019 e nei documenti l’azienda torinese si impegna a pagare 650 mila euro (ne versa 630 come anticipo) per garantirsi la licenza relativa al merchandising del calciatore Ronaldo e realizzare le maglie con il logo «Cr7Museu».

Maglie replicate di Cristiano Ronaldo: fratello CR7 a processo per truffa- immagine 3

Cos'è successo

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Dopodiché, la Pegaso inizia a produrre maglie e dai suoi stabilimenti ne escono fuori poco più di 13 mila. Sono identiche alle originali griffate Adidas, tranne che per il piccolo logo. Ed è a questo punto che, stando al capo d’imputazione, il fratello del fuoriclasse commissiona alla Pegaso «di elaborare nuovi prototipi adducendo che Adidas aveva ravvisato che il prodotto era troppo somigliante alla maglia» da loro realizzata.

Allo stesso tempo, l’indagato avrebbe acquistato dalla Pegaso le 13 mila maglie ormai cucite per 4 euro e mezzo l’una «sostenendo — si legge negli atti — che sarebbero state mandate al macero, mentre invece venivano poste in vendita sul mercato portoghese». E per la precisione, secondo il pm Laura Longo che ha coordinato gli accertamenti, sarebbero state messe in commercio «al prezzo di 40 euro ciascuna» al Museo CR7 sull’isola di Madeira.

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Il processo

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L’intreccio di contratti ha poi avuto degli strascichi di natura civilistica, nei quali anche la Pegaso si trova suo malgrado coinvolta. Ed è anche per questo che l’imprenditore torinese — assistito dall’avvocato Roberto Capra — intende ora costituirsi parte civile nel processo contro Hugo Dinarte Santos Aveiro: la prima udienza è fissata per il 20 giugno", si legge.

(Fonte: Corriere della Sera)

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