La serie dedicata agli 883, "Hanno ucciso l'Uomo Ragno", ha riscosso un successo enorme che continua a vibrare. Tra i protagonisti di questa produzione c'è senz'altro l'attrice Ludovica Barbarito, che nella serie interpreta Silvia. Un ruolo fondamentale nel percorso del duo di Pavia e nel cuore di Max Pezzali. Al Corriere della Sera l'attrice ha raccontato le sensazioni per questo grande successo e i punti in comune tra lei e gli 883. Ecco un estratto dell'intervista...
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Ludovica Barbarito, Silvia nella serie degli 883: “Già quando giravamo avevo il presentimento…”
Si aspettava tutto questo clamore o l’ha colta alla sprovvista?
«Già mentre giravamo, con questa regia pazzesca e questa grande produzione, avevo il presentimento di fare parte di qualcosa di davvero importante. Mi ha stupito il numero di spettatori che l’ha seguita, quello sì, e crescono di settimana in settimana».
La serie è ambientata negli anni ’90, epoca lontana da quella della sua adolescenza, come ha fatto a calarsi così bene in un’era pre-social?
«I miei genitori non fanno altro che parlare di quanto erano belli gli anni '90 quindi me li sentivo già abbastanza miei, poi sono stata aiutata dalla mia acting coach Daniela Tosco, dal regista in prima persona che mi hanno immerso nell’atmosfera del tempo. Devo dire che, personalmente, prediligo la musica e i film di quel decennio, quindi ero a mio agio».
E gli 883?
«Ovviamente li conoscevo già prima di girare la serie. Chi non conosce almeno una loro canzone? In più “Come mai” è la canzone che mio padre ha dedicato a mia madre nel giorno del loro matrimonio ed è stata la melodia che ha cullato me e mia sorella. L’avremo ascoltata migliaia di volte».
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