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Gal Gadot: “Incinta di otto mesi e operata per un coagulo al cervello. Volevo solo vivere”

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L'attrice di Wonder Woman ha raccontato di aver rischiato la vita mentre era in attesa della sua quarta bimba nata a marzo
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Lei è Wonder Woman. Gal Gadot ha reinterpretato la celebre eroina dei fumetti nel 2017 e in queste ore ha ammesso di aver vinto una sfida davvero importante nella vita reale. A marzo è nata l'ultima di quattro figlie, la piccola Ori. L'attrice ha raccontato solo ora, alla fine del 2024, le difficoltà avute in gravidanza. La figlia è nata ad otto mesi perché a lei, da giorni a letto con il mal di testa, all'ottavo mese di gravidanza era stato diagnosticato un coagulo di sangue al cervello.

Gal Gadot: “Incinta di otto mesi e operata per un coagulo al cervello. Volevo solo vivere”- immagine 2

Un lungo post sui social

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Per questo è stata operata d'urgenza e la sua bimba è nata in quella difficile circostanza. In un post che chiude un anno delicato per lei, l'attrice di origini israeliane ha lanciato un messaggio di speranza per tante donne: "Quest'anno è stato uno di sfide profonde e riflessioni profonde e ho lottato su come, o anche se, condividere una storia personale. Alla fine, ho deciso di lasciarmi guidare dal mio cuore. Forse questo è il mio modo di elaborare tutto, di tirare il sipario sulla fragile realtà dietro i momenti belli che condividiamo sui social. Soprattutto spero che condividendo la mia storia possa sensibilizzare e sostenere chi potrebbe affrontare qualcosa di simile".

"A febbraio, durante l'ottavo mese di gravidanza, mi è stato diagnosticato un enorme coagulo di sangue nel cervello. Per settimane, avevo sopportato mal di testa atroci che mi hanno confinata a letto, fino a quando non mi sono sottoposta a una risonanza magnetica che ha rivelato la terrificante verità. In un attimo io e la mia famiglia ci siamo resi conto di quanto possa essere fragile la vita. È stato un momento duro che ha mostrato quanto velocemente tutto possa cambiare. Nel bel mezzo di un anno difficile, tutto quello che volevo era resistere e vivere", ha aggiunto.

"Siamo corsi in ospedale e in poche ore sono stato sottoposta a un intervento chirurgico d'urgenza. Mia figlia Ori è nata in quel momento di incertezza e paura. Il suo nome, che significa "la mia luce", non è stato scelto per caso. Prima dell'intervento, ho detto a Jaron che quando nostra figlia sarebbe arrivata, lei sarebbe stata la luce ad aspettarmi alla fine di questo tunnel. Grazie a un team straordinario di medici e a settimane di cure dedicate, ce l'ho fatta e ho iniziato la strada verso la guarigione. Oggi, sono completamente guarita e piena di gratitudine per la vita che mi è stata restituita", ha raccontato ancora.

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Auguri e condivisione

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"Questo viaggio - ha sottolineato ancora Gal Gadot nel suo post - mi ha insegnato tanto. Innanzitutto che è vitale ascoltare il nostro corpo e fidarsi di ciò che ci dice. Dolore, disagio o anche cambiamenti sottili spesso hanno un significato più profondo, ed essere in sintonia con il proprio corpo può essere salvifico. Secondo, la consapevolezza conta. Non avevo idea che a 3 donne incinte su 100.000 nella fascia d'età più di 30 anni venisse diagnosticata la FPC (lo sviluppo di un coagulo di sangue nel cervello). È importantissimo identificare questa eventualità in anticipo perché curabile. Sebbene raro è un problema che può manifestarsi e conoscere il problema è il primo passo per affrontarlo. Condividere questo non serve a spaventare nessuno ma a dare potere. Se anche solo una persona si sente costretta ad agire per la propria salute a causa di questa storia, sarà valsa la pena condividere la mia storia", le sue parole.

Nei commenti l'attrice ha anche fatto gli auguri a tutti i suoi follower: "Partorire è un miracolo, una testimonianza della forza e della resistenza dei nostri corpi e spiriti. Ma pretende anche tanto, dobbiamo ricordarci di prenderci cura di noi stessi con la stessa forza con cui ci prendiamo cura degli altri. Mentre celebriamo Hanukkah, una festa di luce e miracoli, rifletto sul miracolo personale che mi è stato concesso. Mia figlia Ori è un costante richiamo alla resilienza, alla speranza e alla forza che portiamo dentro. Il mio augurio è che tutti noi troviamo la nostra luce, sperimentiamo i nostri miracoli e continuiamo a difendere la nostra salute e l'uno per l'altro. Felice Hanukkah, e che quest'anno porti a tutti noi salute, forza e luce", ha concluso.