
Ormai la questione è strettamente personale. E Claudio Lotito è il bersaglio continuo delle parole di Bernabè: "Si è sempre comportato in maniera ingrata nei confronti dei suoi dipendenti, anche con i calciatori. Ho visto diversi giocatori piangere per il modo in cui venivano trattati. Per sette mesi all'inizio del mio rapporto col club non sono stato pagato, mi sono sacrificato anche economicamente per la Lazio. Sono io che ho avuto l’idea di portare l’aquila alla Lazio: durante il nostro primo incontro il presidente Lotito russava sulla sedia, mancandomi di rispetto".
Addirittura fino ad accuse molto molto gravi: "Lotito non gira con la scorta per proteggersi dagli ultras, ma perché ha sfasciato tante famiglie in giro per l'Italia - ha affermato il falconiere -. Sarò un martire della Lazio, ma dirò tutto quello che so affinché lasci la Lazio, perché non può più essere presidente. Lui mi ha diffamato dicendo che non mi posso più avvicinare ai bambini, mica sono un pedofilo.
Io dovevo guadagnare 20mila euro, questo era stato pattuito. Sapete la strategia che usa lui? Non paga per 7 mesi, e quando sa che la persona si trova con l’acqua alla gola, fa dire dal segretario generale Calveri, il suo boia, di firmare un contratto al ribasso o di fare causa. La mia colpa è stata quella di essermi avvicinato alla gente laziale. Lui odia il sentimento di lazialità e allontana tutti: Radu, Di Canio e altri mille. Vuole che io lasci Formello, ma me ne andrò quando la legge mi costringerà ad andarsene".
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