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Bianca Balti: “Il mio fidanzato è a Milano? Una volta sarei stata gelosa. Non mi aspettavo…”

Bianca Balti: “Il mio fidanzato è a Milano? Una volta sarei stata gelosa. Non mi aspettavo…” - immagine 1
L'intervista della top model a VF
Redazione Golssip

Da Lodi a Los Angeles, Bianca Balti ha scelto proprio quella città americana perché rappresenta il luogo più sicuro e libero e senza giudizio dove crescere le sue figlie. «In questa città, nessuno giudica la diversità. Anzi, la incoraggiano. E la coltivano. Ho scelto Los Angeles anche per questo», racconta Bianca Balti in una lunghissima intervista a Vanity Fair, che si è sviluppata negli ultimi tre mesi. Da Sanremo agli Oscar.

Hai vissuto molte esperienze traumatiche, hai citato la dipendenza e il cancro, e sei molto cambiata nel corso degli anni. In tutte queste evoluzioni, c’è qualcuno a cui ti senti di chiedere scusa?

«Oh, tantissime persone. Però la vita mi ha insegnato un fatto doloroso ma vero: per ogni sbaglio che fai e per ogni evoluzione che compi ci sarà sempre una vittima. Io ho chiesto scusa a molte persone. Ma ho anche capito che crescere significa anche lasciare indietro chi non è pronto alla tua nuova consapevolezza. Ci sono persone, infatti, che restano tossiche o che comunque provano a riportarti indietro. E nel tuo percorso di crescita non puoi avere mezze misure. È crudele, ma funziona così».

Oggi hai un nuovo fidanzato e hai più volte detto di come è stato capace di restarti accanto nonostante tutto. Come vivi il rapporto a distanza, con lui che sta in Italia?

«Facciamo di tutto per vederci. Ogni volta che possiamo uno dei due prende l’aereo. E poi ci sono le video chiamate infinite. Ma, posso dirti? Non è niente di tutto questo che ci tiene insieme. Ciò che mi lega a lui è quel senso di appartenenza e di tranquillità che mi trasmette. Una volta avrei passato il tempo in preda alla gelosia pensando: oddio, adesso che cosa starà facendo a Milano? Con chi esce? Chi incontra? E invece mi ritrovo a vivere un amore più equilibrato, più fiducioso, più bello».

Hai scritto che hai finito la chemioterapia e ora ti stai curando con nuovi farmaci. Si è detto molto sul tuo tumore, sulla tua scelta di non rimuovere subito le ovaie per prevenzione... Come ci si sente a diventare bersaglio di critiche anche da parte di medici e chirurghi?

«Non potevi farmi una domanda migliore. Io ricordo il dolore grandissimo che provavo quando mi scrivevano alcuni dottori che si dichiaravano stupiti perché non mi ero messa in sicurezza. Le loro parole mi facevano sentire sbagliata. Ovviamente quando hanno visto la massa tumorale al pronto soccorso è la prima cosa che ho pensato anche io, perché sapevo di essere predisposta. Però ho

capito che non accetto più questa critica. Primo perché quello che è stato è stato. Secondo perché anni fa ho tolto il seno, operazione che dura sette ore. Non sai che impatto avrà sul tuo aspetto fisico e io lavoro col mio corpo. Non è una passeggiata: io ho fatto una scelta coraggiosa togliendomi il seno. Sapere di essere predisposti è un discorso, fare l’operazione un altro. Lo consiglio a tutti, certo. Ma non è facile. Io facevo tutti i controlli e avevo deciso di rimandare. Mettersi in sicurezza e prevenire è un tema di cui voglio essere portavoce. Ma non voglio sentirmi in colpa per non aver tolto subito le ovaie. È sminuente. Non puoi lasciare una donna sola nelle sue paure. E giudicarla pensando sia una decisione facile da prendere. Fa paura. Ti cambia il corpo. Ti fa andare in menopausa precoce. C’è una complessità che non va sminuita. O chi scoprirà questa mutazione genetica si troverà sola e non in grado di scegliere. Sai chi mi ha aiutato davvero? Una dottoressa che mi ha visitato e mi ha detto: come sei coraggiosa. Mi sono sentita vista. E capita. Solo quello mi ha aiutato a scegliere».

Bianca Balti: “Il mio fidanzato è a Milano? Una volta sarei stata gelosa. Non mi aspettavo…” - immagine 1

In questo percorso difficile, da chi non ti aspettavi appoggio e invece te l’ha dato?

«Da un’amica famosa con cui avevo litigato. Avevamo divergenze politiche, ci siamo scontrate più volte e poi non ci siamo sentite più. Poi, all’improvviso, mi arriva una sua telefonata. E mi dice quanto sono stata brava, d’ispirazione, quanto sono stata forte, quanto mi ammirava. Mi ha lasciato senza parole non solo perché non me l’aspettavo. Ma perché forse io non sarei mai riuscita a fare quella telefonata. Quello che ho passato mi ha davvero insegnato molte, molte cose. Non finisco mai d’imparare».

Al party di Vanity mi hai detto che in futuro vorresti fare public speaking e portare la tua esperienza per educare le altre persone…

«Guarda, sì, ci sto pensando e sto cercando di capire come farlo. Però posso anche dirti che cambio idea ogni due minuti. Diciamo che ho imparato a non programmare troppo o, meglio, a non farmi travolgere dall’ansia di organizzare tutto, da quel senso opprimente di prestazione a tutti i costi. Tipo che guardi cosa fanno le altre e ti senti in colpa perché non lo fai anche tu. Anche basta».

Che cosa vorresti fare, allora, nei prossimi anni? Qual è il prossimo passo di Bianca?

«Più che sul cosa mi sto concentrando sul come. Ho scoperto che ciò che mi rende felice è superare me stessa. Non conta più se riesco o meno in una cosa. Se non mi riesce, amen, devi imparare a lasciarla andare e passare alla successiva. L’importante non è quello che non funziona. L’importante è continuare ad andare. È tutto lì il mio segreto».

(Vanity Fair)