
"L'esterofilia del passato si trasformava spesso in fotocopie di scarsa qualità. L'autarchia di oggi è già diventata chiusura. Due i temi sul tavolo. Copiando quello che funziona all'interno dei confini si offrono meno possibilità a chi ha una proposta diversa e si restringe la biodiversità. Se poi, come sta accadendo (e come vedremo a Sanremo), è solo un pugno di autori a firmare la maggioranza delle hit, si appiattiscono anche le differenze fra gli artisti. Meno varietà e più uniformità: saturazione e noia riaprirebbero le frontiere ma con il rischio che il sottofondo sia «eh ma all'estero sono più bravi». Già sentito", l'analisi del Corriere della Sera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA