Si apre la battaglia legale sul futuro di Fenice Srl, la società a cui fa riferimento la galassia imprenditoriale di Chiara Ferragni. Secondo quanto ricostruito da Radiocor, infatti, il socio dissidente Pasquale Morgese, che dopo il maxi-aumento di capitale si è diluito allo 0,2%, ha impugnato nei giorni scorsi davanti al tribunale di Milano le decisioni approvate dall’ultima assemblea, chiedendo di invalidare tutto. Azionisti che in primavera, ma col suo voto contrario, hanno dato il via libera ai conti del 2023, chiusi in ritardo a causa delle vicende del “Pandoro gate” (che hanno portato all’arrivo alla guida di Claudio Calabi).
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Ferragni, una grana dietro l’altra: anche il socio dissidente le fa causa, il motivo

In particolare, scrivono i legali di Morgese nell’atto di citazione, «in spregio ai principi di corretta redazione dei bilanci, sarebbe stata generata una perdita fittizia o quantomeno eccessiva, soltanto per poter registrare la (apparente) totale erosione del capitale sociale», «deliberare il suo azzeramento» e la «successiva onerosa e illegittima ricostituzione» tramite la ricapitalizzazione di Fenice.
La tesi di fondo, in pratica, è che il conto economico sarebbe stato redatto «in modo non imparziale ma (strumentalmente) idoneo a indurre i soci in errore, omettendo la contabilizzazione di poste attive e, al contempo, facendo ricorso con eccessiva disinvoltura all'appostazione di elementi negativi, rappresentando una situazione della società differente ed esponenzialmente peggiore rispetto a quella reale».
Il primo round in tribunale potrebbe giocarsi il prossimo 28 novembre.
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