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La Stampa – Chiara Ferragni, aumento di capitale da 6 mln per la Fenice. Nel 2025…

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L'Assemblea dei soci della società della Ferragni ha approvato l'aumento per ripianare le perdite

Chiara Ferragni punta sul 2025. Il ritorno alla settimana della moda di Milano e di Parigi erano un chiaro segnale: l'influencer lavora al suo rilancio dopo quanto accaduto con il Pandorogate e dopo la separazione dal marito, Fedez. Il futuro del suo impero si decide in questo anno dopo le maxi perdite della sua società per quanto accaduto con i pandori e le uova di Pasqua.

Il quotidiano La Stampa parla dell'ultima assemblea dei soci, che si è tenuta nelle scorse ore e che ha deliberato un aumento di capitale di più di sei mln a cui si era opposto il socio di minoranza storico della Ferragni, Morgese.

Aumento di capitale

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"Per garantire la sopravvivenza del gruppo, in questo arco di tempo, ed evitare a Fenice di portare i libri in tribunale, l’assemblea dei soci ha deliberato un aumento di capitale da

6,4 milioni accogliendo in toto la proposta formulata dall’amministratore unico Claudio Calabi. Le risorse serviranno a ripianare le perdite e, dopo l’azzeramento del patrimonio,

permetteranno alla società di ripartire con 200 mila euro di capitale. L’operazione è passata con il voto favorevole di Sisterhood, con cui la stessa Ferragni controlla il 32,5% di Fenice e di Alchimia, società che fa capo all’imprenditore Paolo Barletta, che ha una quota del 40 per cento. Insieme hanno costituito uno zoccolo di oltre il 70% che ha sostenuto l’operazione. Non vi prenderà parte Pasquale Morgese, che di Fenice controlla il 27,5 per cento. Quest’ultimo, socio storico di Ferragni, è orientato a impugnare le delibere sul bilancio e sulla ricapitalizzazione. Tuttavia, la sua quota dovrebbe essere diluita fino a diventare sostanzialmente irrilevante in virtù della mancata sottoscrizione dell’aumento. Sottoscrizione che invece Sisterhood e Alchimia eserciteranno pro-quota, con la disponibilità della prima a coprire anche la parte non sottoscritta da Morgese", si legge sul giornale torinese.

Il pandoro gate

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Il pandoro gate risale al 2022. Dalle carte dell'inchiesta l'imprenditrice digitale è stata rinviata a giudizio. Per la collaborazione con la Balocco e pandoro con il suo marchio, da lei sponsorizzato, l'azienda aveva versato 50mila euro al Regina Margherita di Torino. I soldi erano stati versati prima della vendita dei dolci e quindi nessuna parte del ricavato delle vendite era destinata ai bambini. Un mln invece è quanto la Ferragni avrebbe incassato da quella collaborazione. Una collaborazione simile a quella per le Uova di Pasqua della Dolci Preziosi.

Il tracollo, iniziato nel 2023, aveva portato Barletta e Ferragni a dimettersi e affidare il risanamento della società nelle mani di Calabi. Il manager in pochi mesi ha tagliato tutti i costi, dal personale alla cancelleria ridimensionando le spese della società e i ricavi. Per la ripartenza dell'influencer, e per tenere i conti in ordine, servirà nel 2025 un giro di affari di quasi due mln di euro. Si punta su attività all'estero.

(Fonte: La Stampa)