LA DOPPIA INTERVISTA

Alice: “Se Alvaro non fa gol se la prendono con me”, Morata: “La delusione più grande…”

Momenti felici, tre figli, una passione ancora enorme. Tra Alice e Alvaro sembra tutto una favola. Ma la coppia ha raccontato ai microfoni di Grazia anche i momenti più difficili...

Redazione Golssip

«I valori che ci uniscono sono quelli della famiglia, del rispetto per gli altri e dell’educazione. Ho sentito fin da subito questo legame con Alice. Non dimenticherò mai il primo incontro con i miei suoceri. Li volevo conoscere da tempo, ma avevo sempre troppi impegni con la squadra. Così, un giorno, ho deciso di andare a Venezia in giornata e ne è valsa la pena». Alvaro Morata è assolutamente innamorato della sua Alice e a Grazia ha raccontato come è nata la loro storia d'amore.

L’anno passato non è stato facile per nessuno, a causa della pandemia. Non lo è stato neanche per un calciatore della Juventus. Aver perso lo scudetto dopo tanti anni di trionfi ed essere stati eliminati agli ottavi di finale di Champions League deve essere stata una doppia delusione. «È stata una delle esperienze più brutte della mia vita. Ancora oggi mi fa male quando sento parlare della Germania o vedo le partite del Barcellona. La Champions era un sogno, non solo mio, ma di tutta la Juventus. Ad alzare quella coppa c’eravamo andati veramente vicini. Io continuo a pensare che questo sogno si avvererà: spero con il cuore di riuscire a portare a casa il trofeo, perché la squadra se lo merita e se lo meritano anche tutti i suoi tifosi. Come si reagisce ai momenti difficili? È dura. Ma la forza che mi danno mia moglie e i miei bambini è l’incoraggiamento più grande. In passato è capitato che dopo un infortunio (mentre giocava al Chelsea, ndr) avessi l’umore a terra. Avrei voluto giocare in una squadra meno importante, per non sentire la pressione e tornare a essere felice. Se non l’ho fatto, lo devo alla determinazione di mia moglie e alla forza d’animo che mi hanno dato i nostri figli. Chi non vive la carriera di un giocatore professionista, non può sapere quanti sacrifici imponga questo sport, sin dall’infanzia. Ti assorbe completamente, non lascia il tempo per fare altro. La delusione più grande? Il percorso professionale in Inghilterra è stata la delusione più grande della mia vita. All’inizio ero l’idolo di tutti ed ero all’apice del successo. Poi mi sono infortunato e ho passato un periodo faticoso: tutti mi criticavano, sia dentro sia fuori lo stadio. Non è stato facile superare questa prova e, se ci sono riuscito, è solo grazie alla famiglia».

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