social

Wanda Nara: “Sono orgogliosa del mio corpo, hanno truccato le foto per danneggiarmi”

Golssip

Ecco la seconda parte dell'intervista di Wanda Nara a Gente, tra Icardi, l'Argentina e il suo ruolo di regina delle wags: "Dove ho lasciato i miei bambini? Sono ad un campus organizzato dall'Inter per ragazzi che giocano a calcio. Dura due settimane, sono in montagna a tre ore da Milano. Mi mancano tantissimo ma ci sentiamo sempre. E poi a Milano c'è Mauro, che è in ritiro con l'Inter".

PERCHE' MAURO SI E' INNAMORATO DI TE? 

"Sono una donna che non ha filtri, intelligente, divertente, senza cattiverie. Mauro era mio amico all'inizio. Mi ha conosciuta e si è innamorato di me come persona, del mio modo di essere. L'aspetto fisico può cambiare, ma la mia personalità resta la stessa. Sono una guerriera che difende la sua famiglia. Guadagno per conto mio, non voglio sentirmi dipendente. Perché mi sono innamorata di lui? E' diverso da tutti. Ama i bambini, gli piace stare in casa ed è un puro, ha sentimenti puri. E' sincero, leale, fedele ed è forte".

LA NON CONVOCAZIONE PER IL MONDIALE - "Non è stata una sorpresa la non chiamata di Sampaoli, sapeva che c'erano altri giocatori che meritavano di dire addio alla Seleccion giocando un altro Mondiale. Come ho visto l'Argentina? Male. Quello che passa è che si tratta di un circolo chiuso che voleva un'altra opportunità. Perché le cose cambino serve un tecnico con la forza e il carattere di prendere da solo le sue decisioni, senza subire pressioni di nessuno. Tutti vogliamo l'Argentina campione del mondo".

COME PENSI AVREBBE GIOCATO L'ARGENTINA CON MAURO?

"Io dissi a Sampaoli che Mauro è il miglior centravanti che abbia l'Argentina. Ma anche uno che ti cambia il gruppo in positivo. E' un leader, capitano e ha un carattere positivo".

COME TI SENTI QUANDO TI CHIAMANO "LA REGINA DELLE WAGS"?

"Non credo di essere così, ma sì mi sento la capitana e la responsabile di accogliere  la famiglia di tutti i nuovi giocatori dell'Inter. E questo manca nella Seleccion. Non ho mai escluso una moglie, mai l'ho fatta sentire a disagio per il fatto che io sto all'Inter da più tempo. In altre squadre le mogli non si frequentano, c'è una guerra di ego. Non si parlano, ognuna si fa la sua storia. Io cerco di fare gruppo, e questo si riflette anche nella tranquillità dei giocatori, che possono pensare solo a giocare e non si devono preoccupare di altre cose".