Oriana Sabatini, cantante e compagna di Paulo Dybala, ha parlato così ai microfoni del Corriere della Sera della sua vita da cantante: «Sono orgogliosa della mia famiglia e delle carriere di tutti, per questo non mi è mai pesato avere una mamma famosa, una zia famosa e ora un fidanzato famoso. Penso di aver lavorato abbastanza per farmi conoscere come Oriana».
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Oriana Sabatini: “Paulo schietto sulla mia musica. Se farei come Shakira? Dico che…”
Quando ha capito che anche la sua sarebbe stata una vita artistica?
«Da piccola. Mia mamma è un’attrice; io da bambina frequentavo teatri e set. Mi piaceva recitare e cantare, ma essendo una perfezionista ho preferito scegliere: non si può ambire all’eccellenza se non ti dedichi del tutto a qualcosa».
Ha vinto la musica.
—«Amo recitare, ma c’è qualcosa di unico che accade quando creo musica. Per ora mi accontento di recitare nei videoclip, ma lascio aperta la porta, potrei tornare a farlo».
Quando le hanno detto per la prima volta che era brava?
«Sono sempre stata timida, non ero quella che si metteva a cantare alle riunioni di famiglia. Poi ho iniziato, con gli amici del quartiere, in Argentina, a imbastire degli spettacolini: chiedevamo cinque pesos e ce li davano. Certo, erano tutti amici. Ma lì ho capito che mi piaceva molto. Volevo costruirmi un nome che fosse mio in questo modo».
Sente di esserci riuscita?
—«Ora in Argentina c’è gente che dice a mia mamma: “Lei è la mamma di Oriana?”. È divertente. Ma la costruzione di un’identità credo sia il lavoro di ogni essere umano e che vada avanti per tutta la vita».
Potrebbe mai fare come Shakira che ha cantato il tradimento subìto?
—«Mi auguro di no: vorrebbe dire che le cose non sono andate bene con Paulo. Ma sì, potrei farlo anche io, forse non esponendomi così tanto. Ma sono una sua fan da quando ero piccola: avevo i suoi cd e copiavo come ballava».
Canterebbe mai in italiano?
«Il mio cognome è italiano, le mie origini lo sono, quindi mi piacerebbe tanto. Non c’è stato un momento in cui mi sono detta: mi trasferisco in Italia. Dopo sei mesi passati a Torino (allora Dybala era alla Juve), mi sono resa conto che, di fatto, vivevo qui. Oggi mi sento una cittadina italiana».
Le piace la musica italiana?
—«Molto, perché è un mix tra il pop e il sound latino. Ho incontrato Andrea Bocelli, un mito. Amo Pausini e Ferro: con mia sorella ascoltavamo i suoi cd. E apprezzo Sfera Ebbasta e Fedez: l’ho conosciuto ed è stato carino con me».
Ha un seguito enorme: ne sente la responsabilità?
—«Decisamente sì. Cerco sempre di dire quello che avrei avuto bisogno di ascoltare quando ero adolescente. Parlo di disordini alimentari, di salute mentale. Sono una femminista e mi schiero contro il patriarcato: credo sia giusto e doveroso esporsi rispetto a certe tematiche, specie se hai la possibilità di rendere più visibili certi temi».
Nella musica crede si sia raggiunta la parità di genere?
—«Quando ero bambina la musica latina era dominata dagli uomini con l’eccezione di Shakira e Jennifer Lopez. Le canzoni trattavano sempre certi temi, sessualizzavano le donne... sono stati fatti passi avanti, ma dobbiamo a portare avanti l’idea di cambiamento, anche nella musica».
Canterebbe a Sanremo?
—«Ora che ho capito cosa rappresenta certo, sarebbe un sogno... forse un po’ troppo pretenzioso al momento. Ma si sogna in grande, no?»
Il suo fidanzato le dà dei consigli?
—«È sempre schietto: mi fa delle recensioni oneste. Lo apprezzo per questo e tengo in considerazione quello che dice: non mi fa sconti e, amando la musica, è anche competente. Se una canzone gli piace, gli piace davvero».
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