Una laurea ad honorem val ben qualche lacrima. "Siamo una famiglia geneticamente predisposta alla commozione, quindi in un momento tanto emozionante è normale che reagisca in questa modo", dice Carlo Ancelotti, neodottore in Scienze e Tecniche delle Attività motorie preventive e adattate. A conferirgli il titolo accademico è stata ieri l'Università di Parma.
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Laurea ad honorem per Ancelotti: “Il calcio mi ha aiutato ad avere rispetto”
La cerimonia si è tenuta all'Auditorium Paganini, davanti a un pubblico di cinquecento spettatori, tra i quali moltissimi studenti. Dopo il discorso di apertura del rettore Paolo Andrei, che ha tracciato il percorso sportivo di Ancelotti, c'è stata la "Laudatio" pronunciata da Marco Vitale e Luigi Garlando, e quindi la Lectio Doctoralis dell'attuale allenatore del Real Madrid dal titolo "Il calcio, una scuola di vita".
Alcuni estratti dalla sua Lectio Doctoralis: "Il talento è un fatto di genetica, non lo si può allenare. Fare calcio mi ha aiutato a migliorare la relazione con gli altri, mi ha aiutato ad avere rispetto per le regole, per gli avversari e per i compagni". E ancora: "Essere un allenatore significa soprattutto saper ascoltare gli altri, i collaboratori e i giocatori, e poi prendere delle decisioni. Io cerco di trasmettere le mie idee attraverso la persuasione, e non imponendole. Sono calmo, tranquillo, paziente. Molto paziente. E, soprattutto, ho la fortuna di essere sorretto da una grande passione per questo sport. Una passione che avevo a quindici anni e che ho ancora oggi".
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