
"Ho deciso di rilasciare questa intervista, la mia prima intervista da quando sono qui, in modo che le persone sappiano cosa penso. Che conoscano la storia di ciò che ho vissuto quella mattina in quel bagno". Dani Alves parla per la prima volta dalla prigione in cui si trova dal 20 gennaio perché accusato di aver stuprato una ragazza di 23 anni in una discoteca di Barcellona. L'intervista concessa è ai microfoni de La Vanguardia. "Fino ad ora è stata raccontata una storia spaventosa, di paura e terrore, che non ha nulla a che fare con quello che è successo, né con quello che ho fatto. Tutto quello che è successo e non è successo lì solo io e lei lo sappiamo. Sono entrato dopo di lei in bagno. Non ho nemmeno chiuso a chiave la porta. La porta è rimasta aperta tutto il tempo, sono rimasto seduto sul coperchio del water praticamente tutto il tempo. Quando la donna esce dietro di me dal bagno, vado al mio tavolo. Non ci sto molto perché è tardi. Sono con il mio amico Bruno e altre persone. Quando esco dalla discoteca attraverso il corridoio di uscita, so dalle immagini che passo vicino a dove la donna sta piangendo. Non l'ho vista. Se l'avessi vista piangere, mi sarei fermato per chiederle cosa stesse succedendo. E se qualcuno della discoteca mi avesse chiesto di aspettare perché una giovane donna sosteneva che l'avevo aggredita sessualmente, non sarei tornato a casa. Quella stessa notte sono andato in una stazione di polizia per chiarire cosa è successo".