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Jankto: “Coming out? Non è cambiato nulla, ne parlo con i miei compagni. Ora…”

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Jakub Jankto, centrocampista del Cagliari che quasi due anni fa ha fatto coming out, ha raccontato come la sua decisione abbia influenzato la sua carriera
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Intervistato da L'Equipe, Jakub Jankto, centrocampista del Cagliari che quasi due anni fa ha fatto coming out, ha raccontato come la sua decisione abbia influenzato la sua carriera:

Jankto

"Se sono un giocatore diverso da quando l'ho fatto? No, sono sempre lo stesso, non è cambiato nulla, perché ho sempre fatto distinzione tra la mia vita personale e il mio lavoro, cioè lo spogliatoio, il campo, lo stadio. Forse sarei cambiato se ci fossero state reazioni negative in tribuna, ma non è andata così".

E lei è una persona diversa?

"Il coming out ha cambiato alcuni aspetti della mia vita, non mi nascondo più, faccio coming out come voglio, penso di essere stato da esempio per tante persone, perché da allora va tutto molto bene. Ma non mi sento diverso, sono ancora quel bravo ragazzo".

Queste fughe di notizie hanno accelerato il suo desiderio di fare coming out?

"Sì, a un certo punto c’è stato addirittura uno scoop: 'Un giocatore ceco si prepara a fare coming out'. Stava peggiorando di giorno in giorno, era un periodo un po' difficile, soprattutto perché non volevo farlo pubblicamente. Per me è come se qualcuno dovesse giustificare il fatto di essere biondo. La prima persona del mondo del calcio che sono andato a trovare è stato Tomas Rosicky, direttore sportivo dello Sparta Praga. Volevo dirglielo faccia a faccia, non per messaggio, è successo nel suo ufficio, ero in ansia. Lui ha risposto: 'Non c’è problema, continuiamo ad andare avanti'".

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È un argomento di discussione con i suoi compagni di squadra?

"Possono esserci piccole battute, quando parliamo dopo i pasti, come: 'Allora, hai avuto qualche appuntamento con questo ragazzo?'. Tutto è più aperto. Prima non potevo, dovevo stare attento che qualcuno non desse un'occhiata al mio telefono mentre scrivevo. Ne parlo parecchio con Leonardo Pavoletti, il mio capitano. Vuole sapere come vanno le cose, è normale, lui è il capitano, si prende cura dei compagni. Per alcuni è una curiosità. La gente mi chiedeva se fossi nato così, se nel frattempo fossi cambiato. Certo che nasciamo così, io sono nato gay! Ma io non voglio che questo diventi un argomento di discussione quotidiano, sarebbe noioso. Oltretutto non ho comunicato molto a riguardo".

(Fonte: L'Equipe - TMW)

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