È appena diventato padre per la seconda volta.
"Riccardo dopo Marcello, il primogenito chiamato come mio papà. Ho conosciuto mia moglie Samantha a 16 anni a Corsico. Mi ha seguito a Renate. Non è stato facile perché lì avevo uno stipendio normale. Adesso viviamo a Sedriano vicino a mia sorella, mamma, nonna e zia. Ho bisogno di stabilità, cerco quello che mi è mancato. Quando torno da Monzello, se qualcosa è andato male, a casa azzero tutto. Se fossi da solo, i problemi mi mangerebbero dentro".
Fuori dal calcio?
"Ammiro la forza mentale dei tennisti. È una fonte di ispirazione per un portiere, solo davanti all’errore come loro. Mi affascina la capacità di ritrovare equilibrio dopo una fase negativa. Me ne sono reso conto andando a vedere le Atp Finals a Torino. Tifo per Sinner. Ma mi piace tantissimo Alcaraz per il suo mix tra colpo corto, capacità di lottare e grandi recuperi".
Il suo amico Dimarco.
"Siamo coetanei, abbiamo fatto tutta la trafila nell’Inter. Ci ritroviamo insieme a due ex compagni del vivaio: Enrico De Micheli e Nicolò Gazzotti. Loro hanno fatto altri percorsi dopo la Serie C, ma certi legami restano per tutta la vita. I tornei di una settimana lontano da casa a 14-15 anni non si dimenticano mai, come una gita scolastica".
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