Far girare senza scricchiolii un festival da 29 cantanti in gara nel Teatro Ariston è una lavoro complessissimo e, con cadenza regolare c'è qualcuno che chiede di cambiare location. Ma Fasulo frena: "L'Ariston - dice - è un marchio assolutamente insostituibile. Il lavoro di quest'anno, scenografia, ripresa televisiva, fotografia, ha dimostrato che, con varie soluzioni tecniche, produttive e creative, gli spazi dell'Ariston potevano essere ulteriormente ottimizzati. Con il covid, con il teatro più vuoto, era iniziata una trasformazione funzionale di cui abbiamo fatto tesoro anche quando il teatro è tornato a riempirsi di pubblico e giornalisti. E anche il festival diffuso ci ha aiutato ad ampliare gli orizzonti: il palco di Piazza Colombo ma non solo. Il nuovo glass box, che ha ospitato oltre al Dopofestival anche una puntata speciale de 'La Volta Buona'. Sabato il Suzuki stage, oltre che per la bellissima performance di Tedua in diretta nella finale del festival, è stato utilizzato anche per una puntata di 'Playlist'. E poi tutto il lavoro dei tg, i collegamenti con le varie trasmissioni dal foyer dell'Ariston ma anche da quegli Champs-Élysées della musica e della tv che si sono creati tra l'ingresso del teatro e il Glass Box. Insomma, un gran lavoro di collaborazione e ottimizzazione che ha dato i suoi frutti con un impatto visual del festival fortissimo".
L'unico intoppo, su una settimana di dirette incessanti è stato il microfono che non ha funzionato nella cover di 'Creuza de ma' portata sul palco da Bresh e Cristiano De André nella sera di venerdì: "Quella sera sono saliti sul palco 145 artisti, con tantissimi strumenti e settaggi dei microfoni diversi. Semplicemente c'è stato uno scambio di microfoni e a Bresh è andato quello di Cristiano e dunque l'apertura del microfono sbagliato quando Bresh ha iniziato a cantare. Poi ci si è messo anche il jack del body pack di Cristiano che si è impigliato nello sgabello. Ma per fortuna, con la puntualità sulla scaletta di Conti, abbiamo avuto il tempo per fargli ripetere l'esibizione. Ma insomma in una serata del genere sarebbe stato strano se non fosse successo niente...".
Le polemiche sul televoto? "Quelle arrivano puntuali ogni anno, perché nell'ultima fase del televoto, il gran numero di accessi può creare congestionamenti, che però sabato sera sono stati rapidamente superati. La cosa che mi fa piacere di quest'anno è che ha votato un numero maggiore di persone (con 3 voti per utente) con un volume totale di messaggi minore del 2024, ma superiore a 2022 e 23. Che vuol dire meno compulsione (visto che ogni utente avrebbe potuto darne 5 di voti) e più partecipazione. Un bel segnale per il futuro del festival", sottolinea Fasulo.

Ieri Conti ha detto che l'anno prossimo potrebbe fare solo il direttore artistico: "Sicuramente è una delle sue battute. Però teniamo presente che Carlo, oltre che un superconduttore, è anche un grande produttore artistico. Ama anche il lavoro autorale e produttivo che c'è dietro ad un programma e ha già messo al servizio di diversi programmi questa sua capacità: per 'L'Eredità', per 'Dalla strada al palco' e per 'Ora o mai più'. Quindi non è da escludere che in futuro pensi di dedicarsi di più a questo".
La sentenza del Tar della Liguria, contro cui la Rai ha proposto ricorso al Consiglio di Stato, ha messo per la prima volta in discussione il legame tra Rai e Comune di Sanremo. Una eventuale gara farebbe paura? "Chi potrebbe mettere in campo un know how come la Rai, fatto di 75 edizioni? Qualcuno ha detto che a Sanremo ci fosse una squadra in incognito di Warner Bros Discovery per studiare l'evento. Non so se sia vero. Ma credo che sarebbero scappati...", ride. (di Antonella Nesi)
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