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Marcuzzi: “Sanremo, pazza di felicità dopo la chiamata di Carlo. Tony Effe? Mia figlia…”

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Intervistata da Repubblica, Alessia Marcuzzi riflette sul suo prossimo ruolo al Festival di Sanremo
Gianni

Intervistata da Repubblica, Alessia Marcuzzi riflette sul suo prossimo ruolo al Festival di Sanremo, rivelando la sua felicità quando è stata invitata da Carlo Conti. "Quando mi ha chiamato Carlo ero in un negozio. Facendo Tale e quale show insieme, ci sentivamo. “Ti va di fare una festa a Sanremo per la finale?”. “Mi piace l’idea”, ho risposto, ma in che senso?” . Poi è stato tutto chiaro, ero pazza di felicità. Volevo urlare ma c’era gente. Ho fatto finta di niente e sono andata alla cassa".

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Porterà sua figlia Mia?

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«Mia andrà in settimana bianca. Mi ha chiesto subito di Tony Effe: “Davvero lo incontri?”. Verranno mio figlio Tommaso e mia mamma».

Sua figlia ha tredici anni: non crede che i testi di Tony Effe siano un po’ forti?

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«Anche in passato ci sono stati brani molto forti, in questo momento storico si sta più attenti. Se pensa al rapper Notorious o a Bella senz’anima di Cocciante. Tony Effe ha detto: “Non sono quello della mia canzone, racconto cosa succede intorno. L’artista non è le cose che canta, secondo me i coetanei di Mia cantano senza dargli lo stesso significato. Basta parlarne con i ragazzi, le cose si spiegano. Tony Effe a Sanremo stupirà tutti con un brano completamente diverso. Ricorda quando nel 2001, tra le polemiche, al festival di Raffaella Carrà arrivò Eminem? Lei ci parlò e disse: “A me sembra tanto un bravo ragazzo”».

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Che pensa del caso Emis Killa?

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«Ha fatto bene a fare un passo indietro, ha evitato di alimentare polemiche che avrebbero spostato l’attenzione dalla canzone».

È sempre stata fan di Sanremo?

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«Talmente tanto che mi mancherà un pezzo di casa, sono una grande organizzatrice di giochi di società. Per la finale, davamo i voti a tutti: miglior canzone, miglior look. Un aspetto casalingo che dovrò ricreare. Sarei tentata di andare in platea, distribuire i bigliettini e dire: votate».

(Repubblica)