"Quando inizia il Festival la conduzione è l'ultima cosa. La direzione artistica è un'altra cosa, vuol dire decidere tutto, il cast, la scenografia, la commissione dei giovani. È un lavoro difficile da fare. L'anno prossimo? L'azienda mi ha chiesto di farlo per i prossimi due anni, vediamo… magari posso fare solo la direzione artistica, che è la cosa più importante, e non la conduzione. Poi vedremo. Adesso c'è tutto il tempo per pensarci. Intanto domani mattina mi sveglio e porto mio figlio a scuola".


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Sanremo, Carlo Conti: “L’anno prossimo? Non so, magari farò solo il direttore artistico”

Lo dice Carlo Conti ospite, in collegamento, con il programma "L'Indignato Speciale" su Rtl 102.5. "È stata una bella edizione nel complesso, l'unica parola che posso dire è grazie. Sono tranquillo, sereno", commenta all'indomani della finale. "Adesso c'è un po' di stanchezza, ma sono felice che le canzoni vadano forte in radio, e questo è l'importante. Non avevo ansia per gli ascolti, è il mio carattere, non mi esalto se le cose vanno bene e non mi abbatto se vanno male. Cerco di avere un equilibrio, dando il giusto valore alle cose della vita. Il lavoro è importante, ma le cose importanti sono altre".

A proposito delle polemiche sulle posizioni in classifica di Giorgia e Achille Lauro, fuori della top five, "la polemica - dice - fa parte della competizione, altrimenti non ci sarebbe Sanremo. Va bene così. È il Festival, con il suo parlare e sparlare, con le contraddizioni, la forza delle radio, dei social è un grande rito collettivo che ci mette insieme a parlare della stessa cosa". E sulla definizione della sua conduzione "democristiana", risponde: "Cosa significa democristiano? Non lo so. Sono democratico e sono cristiano, forse è la fusione delle due parole".
(ANSA)
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