Golssip
I migliori video scelti dal nostro canale

programmi tv

Brunori: “Sanremo? Bisogna essere un po’ corazzati, oggi forse lo sono. I testi contro le donne…”

Brunori: “Sanremo? Bisogna essere un po’ corazzati, oggi forse lo sono. I testi contro le donne…” - immagine 1
Le parole del cantante che nella prima serata del Festival è stato tra i più votati con la sua 'L'albero delle noci'
prov

«Sanremo è come camminare nudi per strada. Ha a che fare con un tabù ancestrale, quello dell’esposizione. Una volta Dalla ha detto che c’è, nel festival, uno sguardo crudele, feroce, da parte delle persone che ti giudicano per un attimo e per motivi che possono non avere nulla a che fare con la tua musica. Bisogna essere un po’ corazzati, e oggi forse lo sono». Brunori Sas, in un'intervista a La Repubblica ha parlato della sua esperienza sanremese. Ha cantato alla prima serata, martedì, e 'L'albero delle noci', la sua canzone, è stata tra le più apprezzate dalla sala stampa che ha votato la prima sera. Questa sera si metterà anche lui alla prova col televoto.

Nell'intervista concessa al quotidiano il cantante calabrese ha parlato di testi, come quelli di Tony Effe, criticatissimi quelli che ha scritto prima del Festival e che raccontano in maniera volgare e violenta le donne. «Io sono nel laboratorio di Una nessuna centomila ed è un tema anche per loro. Tanto che stiamo pensando di fare uno studio che rifletta sulla questione. È difficile capire quale sia il limite tra rappresentazione, finzione, arte. E mi piace l’idea che ci siano artisti che vogliono aprirsi alla riflessione. Ognuno di noi si porta dietro una serie di istanze che è bene mettere a confronto, senza paura, perché altrimenti il sostegno a campagne come quella contro la violenza sulle donne diventa retorico, funzionale a farsi belli. Siamo tutti aperti e progressisti, ma serve un ragionamento in più».

«I miei nipoti seguono alcuni linguaggi non per emularli, ma perché contengono una forma di ribellione. Come me che da ragazzo ascoltavo Marilyn Manson. Ero il ragazzino di buona famiglia con la camicina, il maglioncino di filo, e cercavo tutto quello che non ero. In quegli anni cercavamo una finestra nelle cose che ascoltavamo, leggevamo o guardavamo, adesso si cerca più lo specchio. E questo è pericoloso. Nessuno può bastare a sé stesso», ha aggiunto.

(Fonte: La Repubblica)