Il rapporto complicato con il famoso conduttore
Sono passati più o meno 40 anni ma Carlotta Brambilla Pisoni, attrice milanese e conduttrice, è ancora la«Carlotta di Bim Bum Bam». Per strada e nei ristoranti ancora la riconoscono. «Nonostante io lavori in Qvc, io sono per tutti Carlotta di “Bim Bum Bam”. E chi mi incontra e riconosce vuole l’autografo...», ha ammesso Carlotta in un'intervista ai microfoni del Corriere della Sera.
«Sulla bacheca delle offerte di lavoro per gli studenti, trovo un volantino che pubblicizza un provino per la televisione. Mi sono detta: “perché non provare?”. A quei tempi la tv popolare era completamente diversa. Era lei che andava alla ricerca di ragazzi e ragazze da inserire nel mondo dello spettacolo. E così vengo presa come attrice nella serie televisiva ispirata al cartone animato “Kiss me Licia” che aveva come protagonista Cristina D’Avena», racconta Carlotta a proposito dell'inizio della sua carriera in televisione. Suo padre non la prende benissimo, voleva che continuasse gli studi. «Inizio lo stesso questa novità. Con la consapevolezza che sia solo una parentesi. Ma c’è un’ulteriore colpo di scena. Dopo Love Me Licia, Licia dolce Licia, Teneramente Licia e Balliamo e Cantiamo con Licia, arriva Bim Bum Bam: è il 1989 e papà si convince questa volta perché conosce la curatrice Alessandra Valeri Manera, punto di riferimento del mondo Mediaset, stiamo parlando di colei che ha portato i Puffi in Italia. E qui c’è un aneddoto divertente da raccontare. Manuela Blanchard, co-conduttrice di Bim Bum Bam assieme a Paolo Bonolis, rimane incinta. E Alessandra mi chiama per un provino. Io tentenno, fingo di avere il gesso alla gamba: “Non vengo”. Poi ci ripenso e mi presento: il provino fu una ciofeca ma vengo selezionata».
Possiamo dire che in quell’istante la sua vita cambia?
«Radicalmente. Divento un personaggio pubblico e popolare. C’è Paolo Bonolis al mio fianco che ha già la verve dell’artista, ha un altro passo, si vede».
Come è il rapporto tra lei e Bonolis?
«Ammetto che fu complicato, fece di tutto per scalzarmi e per far tornare prima possibile Manuela. Mentre legai tantissimo con Giancarlo Muratori, grandissimo doppiatore, voce del pupazzo Uan, che mi insegna un sacco di trucchi del mestiere».
Dopo un anno Bonolis lascia e lei rimane lì fino al 2000, anno della chiusura di Bim Bum Bam.
«Devo dire che sono stati anni incredibili. Con il successore di Paolo, Roberto Ceriotti, siamo ancora molto amici. È stato un periodo della mia vita bellissimo e indimenticabile, lavoravamo no-stop dalle 13 alle 20. Fuori dagli studi di Cologno Monzese — il programma era registrato nello studio 8 — trovavamo migliaia di bambini con i genitori ad aspettarci. Sono gli anni del boom della televisione e noi rappresentavamo un punto fermo per ragazzi e bambini».
Qual è il suo ricordo di Silvio Berlusconi?
«Era uno di noi, seguiva il prodotto maniacalmente, lo vedevamo con una certa frequenza. Era curioso, chiedeva a ognuno di noi come andasse, aveva un approccio da capo azienda ma era al contempo paterno. Colpiva l’attenzione nei confronti di chi lavorava per le sue aziende».
«Quando eravamo all’apice del successo mi è capitato di fare l’animazione delle feste dei figli di Berlusconi. Ed è stato divertente perché ci percepiva come persone di famiglia. Avreste dovuto vedere la sua considerazione nei nostri confronti... Per me la famiglia Berlusconi è intoccabile, non parlo politicamente...»
Ha più incrociato Bonolis?
«Ci siamo rivisti altre due o tre volte nel breve periodo in cui ho collaborato con Finmeccanica. Non c’è mai stato un grande affetto tra noi. La cosa incredibile sono state le sue parole appena ci siamo rincrociati. Paolo ha esordito così: “Uè, ciao, tutto bene Brambilla?”. Come se nulla fosse».