Anna Zhang, vincitrice di Masterchef 14, ha concesso un'intervista ai microfoni del settimanale Chi. Ecco le sue parole.


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Anna Zhang: “Vincita Masterchef? Ancora non ho deciso. Li ho dati a mio papà perché…”
Qual era la Anna che è entrata nello show e quale la Anna che ne è uscita?
«L’Anna che è entrata aveva bisogno di capire dove potesse arrivare, cosa riuscisse a fare, come portare a termine degli obiettivi che si era prestabilita, non solo nel lavoro ma proprio come persona. Sono entrata a Master-Chef consapevole della duplice cultura che mi caratterizza. Ma avevo bisogno di conferme anche da parte degli chef che questa cosa, quando la riportavo nei miei piatti, si sentisse. Non solo nel fattore gustativo, non conta solo la perfezione tecnica, quando si cucina secondo me c’entra l’emozione, è l’anima che metti nel piatto. Sono uscita sicuramente soddisfatta e felice di essere stata apprezzata per questo e di aver integrato entrambe le anime».
C’è stato qualche piatto che per lei ha segnato una svolta, a MasterChef e fuori?
«Durante lo show il mio piatto della svolta è stato Assassinio sull’Orient Express, (un involtino di branzino ripieno di scampi su crema di mussoli e gorgonzola, cavolfiori affumicati e foglia di mizuna fritta, ndr), nella puntata con Pablo Trincia: è la proposta che mi è meglio riuscita anche a livello estetico, lì ho capito che stavo metabolizzando l’idea giusta per farcela. Quello che più mi rappresenta è l’antipasto della finale, “L’albero della vita e il suo elisir” (capesante con mela verde e daikon composte sul piatto come le foglie di un albero e ricoperte da chips di riso verdi, ndr). Il piatto della mia vita prima di MasterChef, invece, sono i ravioli di mia madre (infatti ha portato ravioli rivisitati anche nel menu della finale, ndr) che per me rappresentano l’amore che ho ricevuto e che voglio restituire».
Che cosa ha imparato?
«Prima di tutto a gestire bene il tempo e a non arrivare in ritardo. Che sia in cucina o fuori a fare shopping, quando mi dico “Tranquilla, ho ancora cinque minuti”, mi rispondo: “No, non li hai!”».
Ha deciso come userà i 100mila euro in gettoni d’oro che fanno parte del premio?
«Ho dato l’assegno a mio papà come atto di riconoscenza per tutti i sacrifici fatti per me (i suoi genitori lasciarono la Cina per sottrarsi alla “legge del figlio unico”, perché dopo il primo figlio ne volevano un altro, così, a Milano, nacque Anna, ndr). È stato un piccolo segno per ripagare tutto il loro amore anche con un gesto economico. Però ovviamente loro vorranno ridarmelo subito. Non ho deciso come usare quella somma, anche perché in questi mesi tra la vittoria e la messa in onda mi sono dedicata alla realizzazione del mio libro, Pentole e Zodiaco».
Perché lo zodiaco?
«Il riferimento è allo zodiaco cinese e voglio che sia un invito a riscoprire quella parte asiatica che può coinvolgere tutti. Ho collegato le ricette ai 12 segni zodiacali cinesi, che ruotano in base agli anni (io sono nata nel 1991 e sono del segno della Capra, per esempio). C’è anche molto gioco, per esempio ho messo delle prove legate alle ricette, come nel programma tv, e legate alle affinità del calendario lunare».
Come ha vissuto i mesi in cui sapeva di avere vinto ma non poteva dirlo a nessuno?
«Stando molto in casa, a Venezia, con il mio fidanzato. Saremo usciti a cena 1-2 volte al massimo, per evitare domande. È stato un tempo semplice e speciale, bello».
E adesso che lo sanno tutti, che i suoi follower sui social crescono esponenzialmente e che ha comprato una casa a Milano, che cosa succede?
«Follower ne avevo sui 1500 e sono cresciuti (poche ore dopo la vittoria su Instagram erano 69mila, ndr). Farò la pendolare per amore perché, nonostante sia felice di tornare a Milano per lavoro, Venezia è casa, c’è il mio fidanzato e si torna sempre a casa. L’amore è venirsi incontro e lui incarna questo tipo di amore».
Potrebbe anche collaborare ai progetti futuri di Anna?
«Lui non lavora nel campo della cucina ma nell’immobiliare e un nostro sogno comune è creare un domani qualcosa che possa dare vitto e alloggio a persone che non hanno questa fortuna. Vogliamo lavorarci su. Ma le cose grandi hanno bisogno di tempo».
Ha connesso la scelta di dedicarsi alla cucina con il desiderio di accudire gli altri...
«Mi piacerebbe farlo in maniera efficace, perché alla fine la felicità secondo me sta anche nella condivisione, è un modo di ringraziare per quello che la vita ti dà, che non è scontato. E il percorso della vita non dipende solo dalla bravura. Credo che chi ha la fortuna di potersi prendere cura di altre persone abbia in qualche modo la responsabilità di farlo».
Forse quei 100mila euro potrebbero confluire in un progetto di questo tipo?
«Onestamente ancora non lo so, perché bisogna anche avere una stabilità prima di fare qualcosa di grande. L’idea di “oasi” (che ha espresso più volte, dicendo anche di sognare «una grande tavolata con persone provenienti da culture diverse che mangiano lo stesso cibo in armonia, con me artefice di questo banchetto», ndr) è il sogno di uno spazio in cui prendermi cura a 360°, non solo in cucina ma riconnettere l’uomo con la natura anche attraverso l’arte e le attività manuali, la natura, la terra, la nostra provenienza...».
Cosa direbbe a chi uscirà da MasterChef 15?
«Resta sempre te stesso. E non perdere mai l’occasione di imparare. Io sono super curiosa e voglio catapultarmi in tutte le sfide che si presenteranno. La mia storia, a partire da quello che hanno fatto i miei genitori per me venendo in Italia senza nemmeno conoscere la lingua e innamorandosi di questo Paese, fino a Master-Chef e tutto il resto, non è che una lunga storia d’amore».
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