Ci siamo sposati cinque mesi dopo l'inizio della relazione, perché lui diceva 'abbiamo già tre figli, dobbiamo sposarci', perché per lui i miei tre figli grandi sono sempre stati anche suoi. All'inizio ero molto gelosa, adesso dopo dieci anni no, anzi, spesso sono che gli faccio le foto sexy e gli dico di condividerle. Lui è un po' più geloso, ma gli piace fare il cinema...
Io ballo come se non mi guardasse nessuno, perciò ho meno paura. Lì in Argentina avrei avuto più paura. Mi sono divertita, il ballo era quello che mancava alla mia carriera, prima ero di legno, ho pensato di prendermela con calma, vivendo quest'avventura in Italia e non in Argentina dove avrei avuto più pressione. Mi manca l'Argentina, ci vado ogni volta che posso. Qui in Italia non mi sento straniera, mi fate sentire come a casa. Ero abituata a Milano, ma ora sto bene anche a Roma, ho conosciuto tanta gente e mi dispiace che la settimana prossima quest'avventura finisca. Io conoscevo Istanbul perché ci ero andata con i bambini in vacanza mentre lui era in trasferta. Avevo comprato una maglietta per Francesca e qualche anno dopo quella è diventata la maglia di Mauro. È una città bellissima, l'ho convinto io a trasferirsi a Istanbul.

La malattia? Dal prelievo sono usciti dei valori che hanno avuto bisogno di approfondimenti. Mauro subito mi ha portato in ospedale. Non mi passava più il tempo in ospedale, ho acceso la tv e in tv già dicevano che avevo la leucemia e a me ancora non avevano detto nulla. Non volevo parlarne, avevo dei dubbi, perché è una cosa che è uscita dai giornali, se io avessi avuto la scelta non lo so se lo avrei detto subito, prima di assimilarla. È qualcosa che ancora non conosco tanto. Avrei preferito tenerlo per me, parlarne prima con la mia famiglia, sapere come affrontarla. Mi hanno anche proposto di fare causa, ma ormai il male era già stato fatto, non mi cambia la vita fare o non fare causa. Adesso penso alle cose importanti.
Ho accettato di fare Ballando anche per pensare ad altro. Sono così impegnata con il ballare, che poi è anche una cosa molto bella, devo restare concentrata. Carolyn Smith mi ha dato il numero della sua dottoressa che mi ha detto 'in qualsiasi parte del mondo sei, fidati di questa persona'. Quando sei mamma l'unico pensiero è lasciare da soli i figli. Avevo anche paura quando partorivo con cesareo, perché avevo paura per gli altri figli. Sistemavo tutto organizzato su cosa dovevano fare fino ai 21 anni. Penso che ancora sono piccoli e hanno bisogno di me".
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