Aleksander “Sasha” Vujacic, ex cestista sloveno e due volte campione NBA con i Los Angeles Lakers, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport: “Il vino? È un progetto al quale ci siamo dedicati tutti in...
Aleksander "Sasha" Vujacic, ex cestista sloveno e due volte campione NBA con i Los Angeles Lakers, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Il vino? È un progetto al quale ci siamo dedicati tutti in famiglia. Mio fratello Aliosha, che ha giocato, papà Goran, il secondo marito di mamma che per me è papà, mia sorella Nina. Un amore nato in Friuli, quando sono sbarcato a Udine, dove arrivai a 15 anni, scoperto da Bogdan Tanjevic e voluto da Giancarlo Sarti".
Già, tutto è cominciato da noi…
"Ero forte, segnavo tanto. Scelsi la Snaidero e non Duke. In Slovenia non volevano farmi andare via… Sapete chi mi aiutò? Aleksander Ceferin, l’attuale presidente dell’Uefa. Faceva l’avvocato. A Udine sono cresciuto, ho trovato la mia prima fidanzata. Oggi mio papà e suo padre Gianni sono ancora amici e così nell’Italia che amiamo ci siamo appassionati, oltre che al prosciutto San Daniele, al vino, Cabernet Franc e Merlot. E lo abbiamo chiamato col mio nome di battesimo, che in realtà detesto. Per tutti sono Sasha".
Da Udine ha spiccato il volo verso i Lakers, il suo sogno.
"Da quando avevo 13 anni. Una squadra iconica. Amavo Magic Johnson, Michael Jordan e Larry Bird, i miti. Volevo Phil Jackson. Al quale devo tanto, tutto. I sogni li ho realizzati. Ho vinto due anelli di fila, cosa che capita a pochi. Ho giocato con Kobe. Volevo vincere, ho vinto".
E l’hanno ribattezzata The machine.
"Furono i giornalisti di Los Angeles dopo una partita a Chicago. Phil mi disse che dovevo anche difendere. Ecco, lì feci un paio di recuperi importanti. Ho lavorato con un motto: entrare per primo in palestra, uscire per ultimo. Tiravo tanto, mi allenavo alle 5 del mattino".