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Vieri: “I 30 anni li passai con Ronaldo e tante ragazze. Con Costanza…”
"È solo un numero, dai. Anche se è un numero importante". Bobo Vieri compie 50 anni. Sono lontani i tempi quando Bobo faceva le ore piccole. Una trasformazione da calciatore star a uomo maturo: "Da quando sto con Costanza: dopo tre mesi abbiamo deciso di fare una famiglia. È stato tutto molto veloce, senza pensare a niente: abbiamo detto proviamo e vediamo come va", racconta l'ex Inter in una lunga intervista al Corriere della Sera.
«Sei anni fantastici, Costanza mi ha cambiato la vita: mi ha dato due bambine che ogni volta che parlo di loro mi viene da piangere».
«Mia mamma mi diceva che avrei capito quando sarei stato pronto per fare una famiglia. Ci ho messo un po’ di tempo, però va bene. Ho fatto quello che dovevo fare, mi sono divertito».
«Zero».
«Era destino. Io posso solo dire grazie al calcio».
«La libertà di fare quello che uno vuole. So l’inglese meglio dell’italiano, quindi posso girare tutto il mondo, viaggiare. A 14 anni ho voluto tornare in Italia per fare il calciatore: da allora ho sempre vissuto la vita e ho deciso con la mia testa cosa fare».
«Sì, poi in Australia ero in mezzo a persone provenienti da ogni parte del mondo. Anche per questo il razzismo per me è inconcepibile».
«Mi facevo capire, con il mio accento australiano. Giravo sempre in ciabatte e pantaloncini, in stato pietoso. Mi chiedevano dove andavo così conciato e io rispondevo con delle parolacce: in inglese».
«Mi manca tantissimo, è stato il primo a credere in me: oggi avrei voluto festeggiare con lui. Era innamorato perso di me e quindi lo capisco, perché ora sono innamorato perso delle mie figlie».
«Sì, perché al bar sentivo dire che io giocavo a calcio per mio papà, che ero un raccomandato. Ero un bambino, vivevo da solo coi nonni e sentivo l’invidia: mi sono dovuto fare forza, difendermi. Anche con qualche “vaffa” dei miei».
«Quella fu una festa spettacolare, al Pineta di Milano Marittima».
«Ricordo che c’era Ronaldo. La costante della mia vita sono gli amici: ancora oggi mi porto dietro ovunque vado lo spogliatoio e la sua atmosfera. Quante cazzate diciamo: Di Biagio fa le stesse battute da 30 anni e ancora ridono tutti. Ma è bello stare insieme: il nostro mondo è pulito».
«Sì ma se stavi dietro a tutto impazzivi. Io sapevo chi ero, come mi allenavo. Poi è normale che se scrivi male di me e io ti vedo ti mando a quel paese: io sono fatto così».
«Certo, il mondo è cambiato, ora li comando io: prima non ti potevi proteggere, ora coi social puoi rispondere».
«Sempre. Per i dolori che ho quando faccio sport: la caviglia, le vertebre cervicali C1, C2, C3, ho mille ernie al collo. Poi la spalla sinistra mi fa male, il ginocchio sinistro anche…».
«Vialli e Mancini.Il 9 era il compleanno del grande Gianluca: era il mio idolo, in campo dava sempre tutto, che poi è l’aspetto che ha accompagnato tutta la mia carriera. Avevamo un bel rapporto, così come con Sinisa: fa molto male non averli più con noi»
«Molto, lo vedo con le figlie. Non avrei mai immaginato questo amore folle: è pazzia. Se Costanza mi dice che c’è bisogno di qualcosa al mattino per una delle due bambine, volo in pigiama fuori dalla finestra: si chiama amore, ma è così per tutti immagino. Vivo per prendermi cura di loro e di mia moglie».
«No».
«Un mondo che va veloce, ma non mi fa paura. Bisogna adattarsi e accompagnare la loro crescita. Poi quando si presenterà un fidanzato sarà una roba da infarto, ma è presto».
(Corriere della Sera)
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