Ha quindi spiegato di soffrire di attacchi di panico originati dall’aggressione, descrivendo il momento in cui Varriale l’avrebbe sbattuta contro la porta e colpita: "Non riesco più a farmi toccare il viso – dice ancora con tristezza –, mi ha lasciato segni, perché dopo qualche giorno ho iniziato ad avere aderenze sulla parte sinistra. Mi ha preso in pieno con tutta la mano. Io peso 47 chili, è facile mandarmi giù con uno schiaffone".
La donna ha aggiunto di essere costretta, ancora oggi, a sottoporsi a cure periodiche: «Con una cannula devono entrare e scollare i tessuti perché si formano queste aderenze dovute al trauma». Ha inoltre dichiarato di aver ricevuto minacce: "Se mi denunci, ti ammazzo".
Spaventata e provata, la presunta vittima ha deciso di lasciare Roma: "Sono dovuta andare via il 19 dicembre (2021, ndr.) perché già ero devastata, terrorizzata dall’8 dicembre. Da quel giorno continuava a mandarmi messaggi, a mandarli ai miei figli, a fare telefonate e venire sotto casa, a citofonare".
Varriale, stando alle accuse, avrebbe anche utilizzato il telefono della Rai con numero oscurato per minacciarla: "Morirai". Ora, come ha raccontato in udienza, le persecuzioni sarebbero cessate: "Ho preso le mie precauzioni: cerco di evitare qualsiasi cosa che mi possa mettere in pericol"». Tuttavia, il trauma è ancora molto presente: "Ho visto pochi giorni fa una macchina come quella del Varriale e mi prende il panico ogni volta che ne vedo una, ho la fobia, mi sono nascosta dietro a un’altra auto".
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