Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Mauro Tassotti ha le idee chiare sul Rafael Leao. Per l'ex difensore rossonero il portoghese deve sempre giocare. "Il Milan non può fare a meno di lui, è un giocatore troppo importante per la squadra. Non conosco la situazione da dentro ma se sono panchine punitive è un conto, se Leao resta fuori per scelta tecnica allora c’è qualcosa di sbagliato".
news
Tassotti: “Leao? Non farlo giocare è da masochisti. Mi viene in mente Cassano…”
Tassotti, non crede alle panchine “motivazionali”?
—«Se hai un grande calciatore in rosa devi metterlo nelle condizioni di esprimersi al meglio. A volte ci sta il turnover per spronarlo, ma senza arrivare al masochismo».
Si aspetta di ritrovarlo in campo a Monza?
—«A dire il vero me lo sarei aspettato anche contro il Napoli. Avrebbe certamente creato pericoli a sinistra, e magari poteva essere chiesto un sacrificio in più in copertura a qualcun altro. C’è Morata che già corre come un disperato. Contro il Napoli Leao ha sempre fatto grandi partite, e se sta bene bisogna tenerlo in campo il più possibile. Se non sta bene è un altro discorso. Ma il più forte della squadra, se può, deve giocare».
Va bene anche a mezzo servizio, cioè dedito alla fase offensiva senza pensare alla difesa?
—«L’allenatore deve recuperarlo a pieno. Da qui a fine stagione deve passare il tempo in campo e non in panchina. Poi le caratteristiche sono caratteristiche, non vedremo mai Leao ammazzarsi in scivolate difensive. I comportamenti sono un’altra cosa ed è giusto che Rafa abbia l’atteggiamento giusto. Ma non è e non sarà mai un giocatore generoso, è una questione di indole. Morata lo è e lo è sempre stato, lui no. Ci sono giocatori, spesso con quelle stesse caratteristiche, che hanno un atteggiamento un po’ così. Mi viene in mente Cassano, uno a cui devi stare addosso (Tassotti lo ha incontrato in rossonero da vice di Allegri, ndr )».
Non è un aspetto su cui un allenatore può lavorare?
—«Certamente sì. Ogni tanto Rafa esagera, dà la palla indietro a due all’ora con la testa ciondolante: è fastidioso per i tifosi. Quel tipo di passaggio puoi farlo anche più veloce e con un altro atteggiamento. Rientra nei compiti dell’allenatore convincerlo a fare le cose in un certo modo. Possono spronarlo anche i compagni e lui stesso, che non è stupido, prima o poi lo capirà».
(Gazzetta dello Sport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA