Intervistato da SportWeek, Stefano Tacconi ha raccontato il calvario vissuto dopo l'aneurisma cerebrale che lo ha colpito nell'aprile 2022. "Non capivo niente, e avevo perso trenta chili. Non riuscivo a tenere la testa su, non potevo camminare, balbettavo. I medici hanno detto a mia moglie che ero come un bambino di tre anni. Praticamente ho dovuto imparare di nuovo a fare tutto. Non mi hanno mai lasciato solo, mia moglie ha seguito tutte le indicazioni del professor Barbanera. Non hanno smesso un minuto di credere che potevo farcela".


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Tacconi: “Piango spesso. Ero come un bambino di tre anni. Schillaci e Vialli…”

Il percorso era giusto, dopo Asti sono stato in un centro riabilitativo a Milano. Lì all’inizio è stata durissima, volevo stare da solo, ma poi ho fatto amicizia con gli altri degenti. Un giorno mia moglie non mi ha trovato in camera. Ero a giocare a briscola con gli altri e mi ricordavo perfettamente le regole del gioco".
Mentre lei era in ospedale, le sono arrivati tanti messaggi?
—«Sì, anche di due amici che adesso non ci sono più: Schillaci e Vialli. A Totò volevo bene, quando arrivò alla Juve era un po’ spaesato e io lo aiutai molto. Siamo rimasti sempre in contatto e dovevamo vederci la settimana scorsa. Luca mi ha lasciato un messaggio vocale che mi ha colpito molto».
Ma è vero che adesso piange spesso?
—«Eh sì, purtroppo adesso va così. Sarà per colpa di quello che è successo, ma mi emoziono facilmente».
(SportWeek)
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