Venerdì sera l’inviato di Striscia, Valerio Staffelli, si è presentato con un Tapiro d'oro gigante davanti al Teatro Carani di Sassuolo, dove si stava per conferire il Premio Pierangelo Bertoli 2024 al divino Claudio Baglioni. Alla base della simbolica consegna dell'aureo e gigantesco perissodattilo sta il sequestro, richiesto e ottenuto (in attesa del processo) dal cantautore presso il Tribunale di Monza, del libro "Tutti poeti con Claudio", una raccolta di versi di scrittori e poeti che, naturalmente a loro insaputa, hanno collaborato ai testi delle "sue" canzoni. Un passerottone modello extralarge accompagnava Staffelli, gironzolandogli intorno spaesato e amareggiato per la scelta censoria del suo amato padroncino.
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Tv: Striscia la Notizia, a Claudio Baglioni un Tapiro d’oro gigante. Ecco perché
Eppure, in netta contrapposizione con questo grave atto di censura - ed ecco allora la spiegazione del Tapirone - Baglioni ha ricevuto il Premio Pierangelo Bertoli 2024. Tra le motivazioni del riconoscimento, i sessant'anni di carriera del divino Claudio, caratterizzati dall’esposizione in musica di temi universali come l’amore, i diritti civili, la libertà e l’integrazione. Esattamente gli stessi affrontati dagli ignari poeti e scrittori che, con il loro talento, hanno arricchito, “strada facendo”, i testi delle sue canzoni. Un esempio sugli oltre cento portati alla luce da Striscia? La canzone “Mai più come te”. Nel testo, la frase “E com’è sempre tardi per amare, l’amore è la pena da scontare per non volere stare soli e meglio è amare e perdere che vincere e non amare mai”, è costruita con un puzzle di tre testi di altrettanti poeti. Messi in fila: “Ma come è sempre tardi per amare”, di Salvatore Quasimodo, “L’amore è un castigo. Veniamo puniti per non essere riusciti a rimanere soli”, di Marguerite Yourcenar e “E’ meglio aver amato e perso che non aver amato mai”, di Alfred Tennyson.Prima e durante il momento della premiazione, è andato in scena un vero e proprio inno alla libertà.
L'inviato di Striscia, davanti al Tapirone d'oro, ha enunciato a gran voce un proclama, redatto in stile risorgimentale, il cui contenuto è stato riportato anche su volantini distribuiti sia fuori dal teatro da due “Baglioncine”, fan avvilite e deluse dal loro idolo quanto il povero passerottone, sia lanciati dalla galleria del teatro verso la platea per segnalare, nel momento esatto della consegna del Premio, a spettatori e cittadini, l’inaudito atto liberticida compiuto nei confronti del Tg satirico. Rivendicando così i fondamentali diritti di espressione e di satira e contestando il fatto che, inspiegabilmente, il Premio “a Muso duro” sia stato consegnato a un “Muso mollo”. Abbasso il censore, abbasso la plastica, viva la libertà! Il servizio completo lunedì sera a Striscia la notizia
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