Lei com’era?
"Stavo già in Italia, ma le cose mi succedevano, non andavo a cercarmele. La mia unica intelligenza è stata prendere i treni quando passavano. Sono arrivata dopo aver vinto un concorso di bellezza per sbaglio. Stavo in fila all’apertura del primo McDonald’s russo, ho fatto la coda per ore accanto a un truccatore che mi ha convinta a partecipare per gioco. Io vedevo le altre concorrenti e inorridivo: tutte a mettere in mostra il seno, il sedere, mi sembrava la fiera dei cavalli. Al mio turno, mi presento a John Casablancas tutta spavalda, struccata, vestita normale. Siccome lui chiedeva a tutte il nome, io per sberleffo ho chiesto il nome a lui. Mi hanno scelta. Incredibile. Avevo vinto un posto alla finale di New York, lui era certo che sarei arrivata fra le prime tre, ma rifiutai, tornai a casa e mi misi a finire la tesi".
Come si spiega la popolarità di quegli anni?
"Credo che funzionassi perché non ero costruita e non mi sono mai considerata bella. Per me, da piccola, il corpo era solo un mezzo per portare il cervello da un posto all’altro. Dopo, con la bellezza ci ho giocato, l’ho sdrammatizzata. Non ho mai puntato sulla sensualità, infatti, non mi è mai successo che qualcuno mi saltasse addosso. A parte che sono sempre stata fedele. Luca mi ha insegnato la fiducia: quando l’uomo che ami si fida, cavolate non ne fai".
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