Come immaginava il futuro?
"Non avevo altre ambizioni che la felicità familiare: una persona che mi amava, dei figli. E da noi, se studiavi, avevi il lavoro e la casa garantiti. Non avevamo paure per il futuro finché è crollato il sistema. Alla fine, il mio sogno si è realizzato. Da trent’anni, ho accanto un uomo bello nell’anima. Tuttora ci unisce un sentimento fortissimo".
Luca Sabbioni, ai tempi modello, oggi imprenditore calzaturiero. Come si fa ad amarsi ancora così dopo trent’anni?
"Con tanto dialogo e tante risate. Sdrammatizzando le cose con una battuta e mettendo da parte l’orgoglio. Luca mi ha insegnato a esprimere tutto quello che mi turbava, mi ha detto: se non mi dici cosa ti dà fastidio, io non posso saperlo, tu accumuli e poi esplodi; se invece ne discutiamo, possiamo sempre chiarirci. Ci ha salvato questo e il senso dell’umorismo. All’inizio, nostra figlia si offendeva per le nostre battute, le abbiamo detto: se non sviluppi l’humor, con noi non sopravviverai. È venuta su spiritosa, incantevole, oltre che brava, ambiziosa, tosta. Ha preso laurea e master in Economia e Finanze e fa consulenze strategiche per aziende importanti. Io a 24 anni non ero così determinata".
Lei com’era?
"Stavo già in Italia, ma le cose mi succedevano, non andavo a cercarmele. La mia unica intelligenza è stata prendere i treni quando passavano. Sono arrivata dopo aver vinto un concorso di bellezza per sbaglio. Stavo in fila all’apertura del primo McDonald’s russo, ho fatto la coda per ore accanto a un truccatore che mi ha convinta a partecipare per gioco. Io vedevo le altre concorrenti e inorridivo: tutte a mettere in mostra il seno, il sedere, mi sembrava la fiera dei cavalli. Al mio turno, mi presento a John Casablancas tutta spavalda, struccata, vestita normale. Siccome lui chiedeva a tutte il nome, io per sberleffo ho chiesto il nome a lui. Mi hanno scelta. Incredibile. Avevo vinto un posto alla finale di New York, lui era certo che sarei arrivata fra le prime tre, ma rifiutai, tornai a casa e mi misi a finire la tesi".
Come si spiega la popolarità di quegli anni?
"Credo che funzionassi perché non ero costruita e non mi sono mai considerata bella. Per me, da piccola, il corpo era solo un mezzo per portare il cervello da un posto all’altro. Dopo, con la bellezza ci ho giocato, l’ho sdrammatizzata. Non ho mai puntato sulla sensualità, infatti, non mi è mai successo che qualcuno mi saltasse addosso. A parte che sono sempre stata fedele. Luca mi ha insegnato la fiducia: quando l’uomo che ami si fida, cavolate non ne fai".
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