Il tennista altoatesino, già assolto dalle accuse di doping, dovrà ancora pazientare: "Speriamo di poter chiudere in pochi mesi"
Dopo essere stato assolto dalle accuse di doping, Jannik Sinner dovrà vivere altri mesi con lo spettro del giudizio pubblico: la Wada (l'organizzazione mondiale antidoping) ha infatti deciso di rivolgersi al Tas chiedendo uno o due anni di sospensione per il campione di Australian Open e Us Open. Jamie Singer, l'avvocato che già aveva seguito il tennista altoatesino durante la prima inchiesta, ha voluto spiegare la situazione ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: "Siamo rimasti sorpresi anche noi, a dire il vero. Dopo che Jannik era stato trovato positivo al Clostebol in quantità infinitesimale, la International Tennis Integrity Agency ha capito la delicatezza del caso e si è rivolta a un esperto tribunale indipendente invece che pronunciarsi direttamente. Speravamo che l’esperienza dei tre specialisti dello Sport Resolution Panel, e i loro giudizi ben circostanziati e documentati, avrebbero convinto le parti che la questione si fosse risolta in maniera corretta".
E invece ora Sinner dovrà giocare con questo peso dopo un’estate già molto difficile. Pensa che la situazione si risolverà in tempi rapidi?
"Ci sono i tempi tecnici che vanno ovviamente rispettati e quindi non sappiamo quando arriveremo alla soluzione definitiva. Siamo in attesa di ricevere tutti i dettagli dell’appello Wada (la deposizione della memoria di appello deve essere presentata entro il 10 ottobre, ndr). Il Tas poi definirà il collegio giudicante e deciderà la data dell’udienza. Speriamo di poter chiudere in pochi mesi".
Come mai la Wada ha chiesto una sospensione ma non la decurtazione dei punti e dei guadagni degli altri tornei, a parte quelli di Indian Wells 2024, come deciso già dalla Itia?