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Sinner: “Vicenda doping, ho passato momenti duri. La dedica alla zia? Spontanea”

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Il tennista si racconta a cuore aperto dopo la vittoria degli US Open: "Per festeggiare ho mangiato un hamburger"
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Jannik Sinner, dopo aver vinto gli US Open, si è raccontato nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport: "Sa qual è la prima cosa che faccio dopo una vittoria come questa? Mangio un hamburger e le patatine insieme a Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Ci sediamo, ci godiamo il momento. Poi facciamo anche altre cose per festeggiare, ma quello è il mio attimo preferito di relax. Non ho dormito tanto la notte dopo la finale, adesso però l’adrenalina è calata".

Quanto è stato difficile affrontare le difficoltà legate alla vicenda doping?

"Tanto. Però, se sei preparato, le difficoltà ti fanno crescere. Ho passato momenti duri, non solo prima del torneo ma nei mesi precedenti. Mi sono stretto alle persone che mi vogliono bene. Quando entravo in campo non era come prima, chi mi conosce si accorgeva che qualcosa non andava. Per tanto tempo ho vissuto notti agitate, spesso non ho dormito e quando è venuta fuori la vicenda è stato più semplice capire come mai fossi stato spesso male. Durante gli Us Open, però, ho ricominciato a essere me stesso. E questo è più importante del risultato. Anche io sono nervoso a volte e in quei casi mi piacerebbe essere più calmo. Però mi sono sempre attaccato al lavoro. I problemi non sono spariti dalla mia mente, ma ci penso meno".

Lo sente l’amore della gente?

"Certo. Sono onorato da questa attenzione. E mi fa sentire più tranquillo. Purtroppo in Italia gioco poco perché ci sono solo tre eventi: Roma, Torino e la Davis. Ma io sento il calore di chi guarda da casa, l’Italia mi ha spinto durante gli Us Open. Sento sempre l’affetto degli italiani a prescindere dal luogo e dall’ora in cui gioco. E anche il pubblico sul campo è stato splendido: non sapevo come avrebbe reagito a tutta la vicenda, l’ha fatto nel modo più bello".

La dedica a sua zia l’aveva preparata?

"No, non penso mai prima ai discorsi che eventualmente potrei fare. In quelle cose sono molto istintivo. La dedica è stata spontanea perché, finita la partita, ho realizzato tutto insieme cosa stavo passando. Mia zia è importante, con lei ho trascorso tanto tempo d’estate quando ero piccolo. Mi portava lei alle gare di sci quando i miei genitori erano impegnati per lavoro. Viaggiando tanto, purtroppo passo poco tempo con le persone a cui tengo. E mi dispiace".