Tumore scoperto grazie a un controllo antidoping: spesso visto come una scocciatura, questa volta è stato fondamentale.
«Meno male che c’è stato. Magari potevano trascorrere mesi prima di scoprirlo. Affrontare questi problemi in anticipo è meglio. In estate a fine luglio, prima del Mondiale, dopo un altro controllo antidoping non era uscito nulla. Questo dimostra che il tumore era una cosa fresca e lo abbiamo preso in tempo».
Giocate le qualificazioni all’Europeo 2025 ma l’obiettivo è il preolimpico di luglio a San Juan, Portorico. In gruppo ne avete già parlato?
«Siamo concentrati sul presente ma ne abbiamo parlato. Ognuno sa quanto vale qualificarsi ai Giochi, per la carriera e per il Paese. Saremo agguerriti come lo eravamo in Serbia».
C’è uno sportivo italiano che vorrebbe come portabandiera a Parigi?
«Sinner. Penso che dovrebbe sfilare lui con la bandiera. È lo sportivo italiano che sta dominando più di tutti a livello mondiale. Grazie a lui mi sono avvicinato e appassionato al tennis. Vederlo giocare è proprio bello».
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