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Pagacar, la fidanzata: “Ha portato il sorriso. Livigno il nostro posto del cuore”

Pagacar, la fidanzata: “Ha portato il sorriso. Livigno il nostro posto del cuore” - immagine 1
Urska Zigart, compagna del dominatore del Giro d'Italia, racconta alcuni retroscena del rapporto con il ciclista sloveno
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Era il grande favorito per la vittoria del Giro d'Italia, e questo pomeriggio Tadej Pocagar scriverà il suo nome nell'albo d'oro della corsa rosa, dominata dal primo all'ultimo giorno. Un dominatore assoluto, capace di vincere 6 tappe e di conquistare il cuore degli appassionati. Urska Zigart, la sua fidanzata (nonchè ciclista anche lei), ha raccontato il loro rapporta ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: "Festeggeremo godendoci qualche giorno insieme a casa. Ci prenderemo del tempo per noi due, staccando la spina".

Qual è la cosa più bella che gli ha visto fare al Giro?

"Difficile scegliere, penso che abbia messo qualcosa di sé in ogni tappa, in ogni giornata. Ha portato il sorriso sulle facce di tutti. Sì, con le sue imprese ma anche il suo modo di fare, il suo atteggiamento. Come quando regala i suoi occhiali a un altro ragazzo o quando dà la borraccia a un bambino, quando fa gli autografi. I tifosi sulle strade sono stati speciali, mi ha detto di non aver mai vissuto un’esperienza come questa. Tutta la gente ha accompagnato il suo Giro gridando il suo nome, è stato stupendo per lui".

L’ha stupita? Gli ha visto fare qualcosa in corsa che non si aspettava?

"Penso che la tappa di Livigno sia stata una sorpresa per tutti. Ma abbiamo passato molto tempo insieme quest’anno: l’ho visto allenarsi molto duramente quando si preparava al Giro, so che non esistono le coincidenze, lui programma tutto, sa esattamente come correrà. Non ho avuto molte sorprese".

C’è un posto in Italia che ha un significato particolare per voi due?

"Livigno è il posto del nostro primo appuntamento, mi portò a mangiare il sushi. L’Italia ci è sempre piaciuta, ci sono un sacco di cose belle, ma Livigno rimane nel nostro cuore".

Il ciclismo che posto occupa in percentuale nella testa di Tadej?

"È buffo che mi chieda proprio la percentuale, perché mi ricordo che quando ho incontrato Tadej mi disse che nella sua vita il 90 per cento era il ciclismo e il 10 per cento tutto il resto, praticamente mi disse che io sarei stata il 10 per cento. Non fu così diretto ma era chiaro. E io dissi a me stessa: ok, vedremo. Dopo due o tre mesi mi disse: adesso è 10 per cento ciclismo e 90 tu. Seriamente, è chiaro che il ciclismo occupa molto spazio nelle nostre vite, per la vita di entrambi significa molto adesso, ci prende molto tempo".

Tadej è il più forte del mondo. Ma il mondo oggi è pieno di guerre. Avete mai paura? Vi preoccupa l’idea di crescere un giorno dei bambini in questa situazione?

"Sì, naturalmente siamo un po’ preoccupati e spaventati, non puoi mai sapere quello che ci porterà il futuro e dalla situazione attuale è difficile capire cosa aspettarsi. Non penso soltanto alle guerre che ci sono, ma anche alla salute del pianeta, all’ambiente, al clima. Io sono nata in dicembre e per il mio compleanno c’era sempre la neve, adesso è diventata molto rara. Tutto sta cambiando molto velocemente, e credo che un bambino oggi non avrà la stessa esperienza del mondo che abbiamo avuto la fortuna di avere noi, con molte opportunità, molta sicurezza, e molto amore".