L’ha stupita? Gli ha visto fare qualcosa in corsa che non si aspettava?
"Penso che la tappa di Livigno sia stata una sorpresa per tutti. Ma abbiamo passato molto tempo insieme quest’anno: l’ho visto allenarsi molto duramente quando si preparava al Giro, so che non esistono le coincidenze, lui programma tutto, sa esattamente come correrà. Non ho avuto molte sorprese".
C’è un posto in Italia che ha un significato particolare per voi due?
"Livigno è il posto del nostro primo appuntamento, mi portò a mangiare il sushi. L’Italia ci è sempre piaciuta, ci sono un sacco di cose belle, ma Livigno rimane nel nostro cuore".
Il ciclismo che posto occupa in percentuale nella testa di Tadej?
"È buffo che mi chieda proprio la percentuale, perché mi ricordo che quando ho incontrato Tadej mi disse che nella sua vita il 90 per cento era il ciclismo e il 10 per cento tutto il resto, praticamente mi disse che io sarei stata il 10 per cento. Non fu così diretto ma era chiaro. E io dissi a me stessa: ok, vedremo. Dopo due o tre mesi mi disse: adesso è 10 per cento ciclismo e 90 tu. Seriamente, è chiaro che il ciclismo occupa molto spazio nelle nostre vite, per la vita di entrambi significa molto adesso, ci prende molto tempo".
Tadej è il più forte del mondo. Ma il mondo oggi è pieno di guerre. Avete mai paura? Vi preoccupa l’idea di crescere un giorno dei bambini in questa situazione?
"Sì, naturalmente siamo un po’ preoccupati e spaventati, non puoi mai sapere quello che ci porterà il futuro e dalla situazione attuale è difficile capire cosa aspettarsi. Non penso soltanto alle guerre che ci sono, ma anche alla salute del pianeta, all’ambiente, al clima. Io sono nata in dicembre e per il mio compleanno c’era sempre la neve, adesso è diventata molto rara. Tutto sta cambiando molto velocemente, e credo che un bambino oggi non avrà la stessa esperienza del mondo che abbiamo avuto la fortuna di avere noi, con molte opportunità, molta sicurezza, e molto amore".
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