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Pellegrini: “Vorrei parlare con la Egonu. Ecco i miei progetti dopo il nuoto”

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L'ex nuotatrice ha parlato della situazione degli sport italiani a pochi mesi dall'inizio delle Olimpiadi di Parigi
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Federica Pellegrini, in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha parlato della situazione degli sport italiani a pochi mesi dall'inizio delle Olimpiadi di Parigi: "Ragionando da atleta non sono preoccupata. Forse da fuori sembra poco, ma quando vivi l’avvicinamento sul campo, il tempo per riuscire a recuperare c’è".

Italia da 40 medaglie come a Tokyo: missione possibile?

"Non mi è mai piaciuto parlare di risultati quando ero atleta, non lo farò neanche ora per scaramanzia. Possiamo mettere sul foglio i numeri che vogliamo, ma le prospettive alla fine le fanno gli atleti".

Jacobs va ad allenarsi negli Usa, altri big azzurri come Raffaeli e Pilato cambiano coach: pro e contro a pochi mesi da Parigi?

"Anche a me è successo in passato, è sempre un rischio ma dipende dalle storie di ognuno. Continuare a non avere risultati o a convivere con gli infortuni, come è stato per Jacobs, non è facile da accettare. Il cambiamento è uno stimolo nuovo. È rischiare in positivo. Stavolta sta succedendo anche ad altri atleti".

Un tempo erano le sue estati d’oro. Stavolta...?

"È stata l’estate di Tamberi: ha vinto tutto, è stato bravissimo. Gimbo ha dato lustro a un’atletica che rispetto all’Olimpiade ha fatto fatica, come è stato col nuoto".

La pallavolo continua a fare notizia. Che idea si è fatta sul caso Egonu?

"Bisogna aiutarla? Io non mi esprimo: voglio prima parlarle. A volte le cose vengono strumentalizzate e di fatto non si capisce se sia stata esclusa oppure se è lei che se ne è andata. Prima di rilasciare una dichiarazione vorrei parlare con Paola per capire in effetti cosa è successo realmente. Ciò che esce sui giornali è sempre una piccola parte".

Passerà da finalista a Tokyo a mamma a Parigi: che effetto fa?

"Sono stati tre anni intensi. Spero di esserci, se tutto va bene".

Cosa prova a vedere gli atleti preparare i Giochi?

"Rivivo quelle tensioni pre gara che provavo io, ma adesso in chiave positiva. Mi emoziono sempre, soprattutto guardando il nuoto. Non è passato così tanto tempo dal ritiro: le emozioni sono ancora vivide".

Dal libro alla Fede Academy a imprenditrice: sempre nuove avventure e più popolarità per non avere nostalgia del cloro?

"Non è perché mi manca il nuoto nè l’ho fatto per un aspetto economico, mi sono approcciata a questo ultimo progetto sulla stessa linea delle altre esperienze: spero andrà bene. Mi piace mettermi in discussione, cimentarmi in altro. Sono una persona alla quale piace sperimentare. L’accademia di nuoto che abbiamo creato io e Matteo (Giunta, il marito; ndr) è un passaggio di testimone tra me e le nuove generazioni. È andata benissimo. Siamo orgogliosi. Vedere questi 100 bambini e ragazzi emozionati alla partenza dopo tre settimane - dal più piccolo di 7 anni alla più grande di 17 - vuol dire che qualcosa è passato, è stato bellissimo. Ora c’è quest’altra avventura con il Fit.fe by Fede".

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