Una Federica Pellegrini a tutto tondo. L'ex nuotatrice, intervistata dal Corriere della Sera, racconta la sua vita, da quella in vasca a quella personale, fra momenti di gioia, delusioni e nuovi scenari.
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Pellegrini: “Sono di destra, moderata. Ho baciato una donna. Le mie storie d’amore…”
In terza media cosa le è venuto in mente di scrivere insulti ai professori sulle porte del bagno?
"Un momento di pazzia, una goliardata, non volevo ferire nessuno. Poi però mi sono autodenunciata, perché io sono un soldato. Hanno chiesto: chi è stato? E mi sono fatta avanti: sono stata io. Si sono stupiti, da me non se l’aspettavano. Ma hanno apprezzato l’onestà".
Papà era di destra?
"Sì".
Democristiano o missino?
"Non era democristiano. Però c’era attenzione anche alle idee dell’altra parte. Papà era molto appassionato alla politica, in casa entravano giornali e libri di orientamenti diversi".
E lei è di destra?
"Sì. Destra moderata".
Giorgia Meloni le piace?
"Con lei ho più che altro una forte solidarietà femminile. Credo non sia facile gestire quel ruolo da donna; anche io, nel mio piccolo, l’ho provato. Spero che una donna faccia grandi cose per le donne. Ma da questo punto di vista direi che possiamo migliorare ancora molto".
La storia di Giulia Cecchettin l’ha colpita?
"Sì, tantissimo. Il padre mi ha chiesto di entrare nella Fondazione. Quando è stata uccisa ero incinta di mia figlia. Quella tragedia mi ha portato a pensare al patriarcato, a quante volte le donne vengono sminuite. È successo anche a me".
A cosa si riferisce?
"Quando ho scelto io di rompere una relazione, ho avuto tutti contro. Fossi stata un uomo, sarebbe stato diverso".
Sui giornali ci finisce subito con il suo primo fidanzatino, Gianfranco Meschini, anche lui nuotatore.
"Lì più che altro temevo la reazione di mio padre. Avevo detto che eravamo solo ragazze in vacanza, poi ci hanno beccati... Registravo su un diario tutti i messaggi che mi mandava, e a che ora".
Il primo ricordo pubblico?
"L’Olimpiade di Sydney, che per il nuoto fu fantastica, con i tre ori di Fioravanti e Rosolino".
A quella successiva lei c’era già: Atene 2004.
"L’Olimpiade dell’incoscienza. Ottengo il pass ai campionati italiani, avevo 15 anni. In tv comparivano le pubblicità dei Giochi, i miei mi dicevano “pensa se un giorno andassi anche tu”. Nessuno si immaginava che dopo qualche mese sarebbe successo davvero".
E invece vince l’argento nei 200.
"Impazzisco di gioia, sono felicissima, non capisco perché gli altri attorno a me non lo siano, perché si aspettassero di più. Ma come, ho appena compiuto 16 anni, dovevo fare la mascotte, e un argento non va bene? Se riguardate la gara in tv, anche la voce del telecronista si spegne all’arrivo. È un po’ come il discorso di Benedetta Pilato: nessuno capiva come potesse essere contenta di un quarto posto ai Giochi".
Lei però quando arrivò quarta a Rio 2016 scrisse: «Non è il dolore di una che accetta, è il dolore di una che sa».
"Ero arrabbiatissima, distrutta. Ma perché dovevo vincere una medaglia, e l’avevo persa per un decimo. Dipende da che obiettivi ti dai. Credo che l’ottica con cui si inquadra il fallimento vada cambiata. Questa generazione può farlo".
Pensa mai che se avesse vinto quella medaglia a Rio la sua vita oggi sarebbe completamente diversa? Avrebbe sposato Filippo Magnini, avrebbe smesso di nuotare nel 2016.
"Sì, tutta la mia vita sarebbe cambiata. È stata la mia sliding door. Con una medaglia a Rio, mi sarei ritirata. Non sono sicura che avrei sposato Filippo, anche se gli avevo già detto di sì. Posso dire che se fossimo andati avanti ci saremmo fatti molto male. Quindi forse è andata bene così".
Perché è sicura che vi sareste fatti del male?
"Con Filippo sono stati sei anni importanti, belli e molto difficili. Lui ha fatto tanto male a me all’inizio, io l’ho fatto a lui alla fine, perché non ero sicura".
Magnini la tradiva?
"Sì, l’ho scoperto due volte. La prima ha lasciato il vecchio cellulare a casa e ho letto i messaggi".
E la seconda?
"Gli ho mandato un paparazzo. Con l’incarico di tenerlo d’occhio a Pesaro, sotto casa sua. Avevo dei sospetti, e avevo ragione: si vedeva ancora con la sua ex ragazza. Ma ho perdonato: finché sono innamorata tendo a farmi andare bene tutto. Quando mi stufo, però, è finita".
Prima di Magnini c’era stato Luca Marin. A Laure Manaudou lei rubò il record del mondo, l’allenatore, Philippe Lucas, e il fidanzato. Marin, appunto.
"No, l’allenatore no (Federica Pellegrini ride), la Manaudou aveva già smesso di lavorare con Lucas! E anche con Marin si erano già lasciati. Laure e io siamo in ottimi rapporti, ho pure partecipato al docufilm sulla sua vita".
Manaudou lancia l’anello di Marin in piscina davanti a tutti. Inizia una specie di soap opera.
"Per la prima volta, il nuoto ebbe le prime tre pagine della Gazzetta dello Sport... Luca aveva un carattere molto difficile, doveva far vedere in pubblico che era l’uomo, usava parole pesanti, prevaricatorie. Io soffrivo, ma ero innamorata, cercavo di trovare il bello. Poi però mi stufo".
Mondiali di Shanghai 2011. Marin la scopre in camera con Magnini e cerca di buttare giù la porta. Come andò?
"Non farei il plastico tipo delitto di Cogne da Vespa, però insomma per andare da Filippo dovevo passare davanti alla camera di Luca. Lui mi vide dallo spioncino. Luca e io ci trascinavamo da un po’, la mia intenzione era stare nel limbo fino a dopo i Mondiali, per poi lasciarlo, però mi ha beccata prima. Purtroppo questa vicenda ha coinvolto tutta la Nazionale, che si è schierata, che strano, dalla parte del maschio. Anche quelli che avevano visto come Luca si era comportato con me. Ma se è la donna a decidere, è una stronza".
E quando è iniziata con Matteo Giunta, il suo allenatore?
"Erano passati mesi dalla storia con Filippo. Un giorno ti svegli, ti rendi conto che il torpore è passato. Mi sono accorta che il nostro rapporto non era quello normale tra l’atleta e il suo allenatore".
E lui?
"All’inizio era freddo. Con Matteo mi sono esposta come con nessuno. Ammiccavo, cercavo di mandargli dell’elettricità, ma lui... fermo. E io mi chiedevo: “Capirà?”. Si è lasciato andare solo quando è stato sicuro che era una storia importante".
Torniamo all’inizio, a quel 2004. Lei vince l’argento olimpico a 16 anni, si trasferisce a Milano, e comincia a soffrire di bulimia.
"È l’unica cosa che non rifarei: allontanarmi dalla famiglia così presto. L’adolescenza, il corpo che cambia, io che vivo in costume, sotto gli occhi giudicanti di tutti, l’acne che mi colpisce: tutto andava gestito con la dolcezza di una famiglia attorno. Io invece ero sola. Il mio disagio è sfociato in questo disturbo alimentare. Potevo mangiare tre pacchi di prosciutto e quattro di cracker, o due chili di gelato. Poi vomitavo".
Come ne è uscita?
"Grazie a me stessa. Ho sempre avuto la dote di capire quando chiedere aiuto. Da allora lavoro con uno psicologo".
Poi che dieta ha seguito?
"Ritrovata la tranquillità, si è stabilizzato anche il peso. Ho sempre mangiato di tutto. Il nuoto è già uno sport alienante: passi la giornata a guardare le piastrelle della piscina. Non potevo mettermi a pesare l’olio".
Ha mai provato a fumare?
"Sì, a Formentera con una mia amica. Alla quarta sigaretta ho vomitato. Ho capito che non faceva per me".
Per la nascita di sua figlia non ha fatto tatuaggi?
"Per Matilde c’è il taglio cesareo: non potrei fare tatuaggio più potente".
Com’è fare la mamma?
"Un cambiamento epocale. Me lo aspettavo, ma non così. Io e Matteo abbiamo deciso di vivere la bambina in modo esclusivo: ce ne occupiamo noi o i nonni, senza tate. L’ho portata anche ai Giochi di Parigi, i primi in cui mi sono goduta la finale a bordo vasca".
Si sarebbe immaginata di amare qualcuno in questo modo?
"Forse sì, perché avevo già quattro cani, bulldog francesi: Vanessa, Rocky e i loro due cuccioli sopravvissuti. Non faccio paragoni, ma è un po’ come se loro fossero stati i miei primi quattro figli".
La maternità non è solo un’esperienza idilliaca.
"Tutt’altro. I primi quaranta giorni sono stati durissimi: allattavo, non dormivo, la piccola non si staccava mai da me. Tutti mi dicevano: è il momento più bello! Io invece non ne potevo più".
E il cambiamento del corpo l’ha messa a disagio?
"I primi mesi, quando ancora non avevo rivelato la gravidanza. Ma anche dopo, con i seni che si ingrossavano, io che sono sempre stata un po’ piatta... non mi riconoscevo".
Adesso è ancora presto per un secondo figlio?
"Io e Matteo crediamo nella fratellanza, però non ora. Ci serve anche una casa più grande".
A suo marito non pesa restare nell’ombra?
"Matteo ha un centro molto forte: indipendentemente da quello che gli succede, sa chi è, cos’è. Forse glielo riconoscono anche gli altri: a lui non hanno mai scritto Mr Pellegrini".
A Parigi è andata come membro Cio, e ha visto i successi degli azzurri. Thomas Ceccon però ha detto che lei non è un riferimento per lui.
"Guardate questo video. Cosa vedete?".
Lei che va incontro a Ceccon, si congratula, lo bacia e lo abbraccia.
"Per questo mi sono molto dispiaciuta per le sue parole. Ceccon si allena a Verona, nella mia stessa piscina, che porta il nome del mio allenatore. È vero che io e lui ci siamo frequentati poco, avevamo orari diversi, siamo di generazioni diverse, lui sempre con gli occhi sul telefonino, lo saluti e non ti saluta, poi magari non lo saluti una volta e sei quella che se la tira. Ma il rapporto è sempre stato cordiale. Quello che mi ha dato più fastidio è che dice che apprezza l’atleta ma non la persona; però lui come persona non mi conosce. Secondo me ha capito che fare il provocatore funziona. Infatti attacca un po’ tutti, compreso Sinner...".
Lei di Sinner e del caso doping cosa pensa?
"A questo punto un fatto è certo, si è trattato di contaminazione. Ora dobbiamo aspettare la sentenza del Tas, il tribunale dello sport di Losanna, dove decideranno se come sostiene la Wada, l’agenzia antidoping, c’è una responsabilità dell’atleta rispetto al suo staff o meno".
Anche a Ballando con le stelle, come ad Atene, è arrivata seconda. Com’è andata?
"Pensavo fosse una cosa più superficiale. L’ho fatto per imparare a ballare e per sconfiggere la mia innata timidezza: è stato un viaggio introspettivo, un bellissimo percorso, mi ha regalato maggiore sicurezza come donna".
Gestire i giudizi delle giurie com’è stato?
"Non un problema. Se uno mi dice che non so ballare, gli dico “hai ragione”. Poi io sono rimasta fuori da tutti i gossip".
Le è dispiaciuto non vincere?
"Sono strafelice del risultato! Un viaggio turbolento ma bellissimo. Anche nella serata finale, sabato scorso, mi sono divertita, tanto… ballando forse un po’ alla cavolo, come piace a me. Ma chi se ne importa".
Ha mai provato attrazione per una donna?
"Ho baciato una donna. Ma no, attrazione no, non avrei problemi a riconoscerlo".
Ma l’ha baciata.
"Era una serata un po’ così... Alcolica".
Va ancora a messa?
"No, non più, però sono molto credente".
Come immagina l’aldilà?
"Come un posto dove ci possiamo reincontrare".
Chi vorrebbe reincontrare?
"Alberto Castagnetti, mia nonna, mio zio che se n’è andato il giorno di Natale. Non so se li ritroverò sotto forma di energie, o come persone fisiche. Ma credo che non sia finita qui".
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