Alexandre Pato, ex attaccante brasiliano del Milan, si è raccontato nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport: "Tutto quello che succede dipende da Dio, che mi ha fatto superare gli infortuni, mi ha fatto maturare come uomo e realizzare i miei sogni. A 12 anni passai con la mia famiglia davanti a un palazzo bellissimo e dissi ai miei genitori che un giorno saremmo andati a vivere lì. E sei anni dopo comprai l’appartamento. Noi pensiamo di decidere, ma è sempre la Sua volontà. Con mia moglie Rebeca abbiamo provato a lungo ad avere un figlio, alcune gravidanze purtroppo si sono interrotte, non abbiamo smesso di sperare e di pregare e poi è arrivato Benjamin. Ecco perché non ho rimpianti, nemmeno l’esclusione dal Mondiale 2010 che pensavo di meritare, e prendo con serenità ogni momento della vita. In passato si è detto che fossi depresso, che facessi uso di alcool: tutte sciocchezze. La fede mi ha sempre fatto stare bene".
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Pato: “Su di me dette tante sciocchezze, la fede mi ha fatto bene. Con Barbara…”
L'ex attaccante brasiliano del Milan racconta alcuni aspetti della sua vita, calcistica e non, tra Brasile e Italia
Come spiega oggi tutti gli infortuni?
"Non ero fragile, mi allenavo bene, curavo l’alimentazione, ero disciplinato. Nella mia famiglia tutti erano fisicamente forti. Probabilmente sono cresciuto velocemente e avrei avuto bisogno di fare esercizi specifici che mi aiutassero a non correre rischi. Ogni volta che mi fermavo perdevo forza e massa muscolare. Avevo una struttura particolare, che forse non è stata assecondata abbastanza: in partita facevo numerosi scatti da 34-35 chilometri orari".
Sente ancora Barbara?
"Non la sento da tanto tempo. Però ho un bellissimo ricordo della nostra storia: due ragazzi che stavano bene insieme senza farsi troppe domande".
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