
Non lo accetto, io non sono il problema della Roma. Nel calcio e nella vita le cose sono multifattoriali: neanche nel momento della vittoria si può dire che il responsabile è quello lì, siamo tutti responsabili. C'è solo una persona che mi può dire che finisco prima del 30 giugno, è mister Friedkin. Se non me lo dice, io sono qui fino al 30 giugno, in scadenza o con dieci anni di contratto non mi cambia niente. Sono la stessa persona che ha dato la parola ai giocatori, ai tifosi e al mondo. La mia carriera è così, quando parlo io parlo al mondo, non solo a voi. Non ho paura della pressione esterna o domani dei fischi dello stadio: se mi cercano, mi trovano a Trigoria, che è dove vivo io. Non c'è né paura, né mancanza di fiducia: l'unica cosa che pensiamo tutti è vincere domani contro il Frosinone".
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