Mietta si racconta. E lo fa alle Iene, passando in rassegna anche i momenti particolarmente turbolenti che hanno segnato la sua vita e la sua carriera di cantante.


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Mietta confessa: “Ho toccato bulimia e attacchi di panico. Ora so gestire i miei demoni”
«All’inizio della mia carriera, quando mi sono ritrovata addosso gli occhi di tutti, ero solo una ragazzina cresciuta da punk, scalza per le strade di Taranto, all’ombra del mostro puzzolente dell’Ilva», ha ricordato Mietta, nome d'arte di Daniela Miglietta, che esordì a Sanremo a soli 19 anni, nel 1988. All'epoca - ha detto - tutti pretendevano che fosse un'altra: «Per soddisfare la loro voglia di protagonismo, in tanti hanno provato a plasmarmi: “canta così”, “mangia così”, “non metterti quella minigonna”, “sei troppo bella”. Loro volevano vedere la brava ragazza, io mostrare invece la parte più sfrontata». Nessuno si preoccupava di chi lei fosse davvero, o di cosa volesse diventare. Cadere è stato facile. «Sono passata dai miei occhi puri, inquieti e indecifrabili a una voglia di cibo irrefrenabile. Ho toccato con mano la bulimia e gli attacchi di panico. Quelle paure le ho accarezzate a più mandate. Finché ho imparato a gestire i miei demoni».

«Ho capito che il modo migliore per essere amati è “accettarsi”, non “amarsi” che è più egoistico: accettarsi. Ho accettato di essere anche disfatta, stralunata, strampalata, emozionale e patetica. Per questo mi piacciono le donne che amano senza vergogna, senza finzione, che non entrano in competizione, che vivono libere e usano la loro testa e non quella degli altri. Quelle che provano a non avere la paura di invecchiare, che tutti abbiamo. E si ostinano a volersi bene anche quando il corpo cambia»
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